La tanto attesa rotazione dai giganti della tecnologia al resto del mercato azionario sembra essere svanita a metà luglio.
Lo scivolone delle big tech
Tra il 10 e il 19 luglio, il Nasdaq ha subito un ribasso di quasi il 5%, i cosiddetti "Magnifici 7" (le grandi aziende tecnologiche) dell'8,5%, Nvidia del 12,6% ma l'S&P500 solo del 2,3%. La prima settimana di agosto ha visto una sorta di replica, con il Nasdaq che ha perso il 2,5%. Queste fluttuazioni hanno riportato i prezzi alle quotazioni di tre settimane prima, un fenomeno che in passato sarebbe stato considerato una normale correzione di mercato.
La riscoperta delle small cap
Inoltre, la riscoperta delle piccole capitalizzazioni ha registrato un aumento massimo del 10% del Russell 2000, dopo che l'indice aveva mostrato un trend negativo dall'inizio dell'anno. Anche il cosiddetto Trump trade, ovvero la riscoperta dei titoli della vecchia economia che avrebbero potuto beneficiare della politica di protezionismo, deregolamentazione e ritorno ai combustibili fossili e agli armamenti promessa da Trump, sembra essersi dissolto.
Alcuni osservatori hanno ipotizzato un possibile Kamala (Harris) trade, ma le possibilità di una vittoria democratica alla Casa Bianca sembrano solo leggermente migliorate dopo la rinuncia di Biden.
L'allarme per una tempesta di mercato, predetta da Goldman Sachs all'inizio di luglio, sembra essersi dissolto senza grossi sconvolgimenti. Nonostante Goldman Sachs avesse consigliato di non comprare durante i ribassi, molti piccoli investitori hanno continuato ad acquistare titoli.
Rimane però l'opinione di Mark Spitznagel, secondo cui la bolla tecnologica sta per scoppiare. La sua previsione non si è ancora avverata, ma l'eccezionale ascesa dei titoli tecnologici non può continuare allo stesso ritmo degli ultimi nove mesi.
Nel frattempo, quasi tutta la crescita degli utili prevista quest'anno per i titoli dell'S&P 500 è attribuibile ai profitti cumulati da sole 5 aziende (Amazon, Google, Meta, Microsoft e Nvidia).
Se le big 7 continuano a rallentare …
Per tutto il resto del mercato azionario, la crescita sarà circa del 2%. Se i Mag7 dovessero rallentare, anche il mercato azionario rallenterebbe. I primi risultati finanziari non sono promettenti: Tesla ha riportato profitti inferiori alle aspettative e Google ha superato le aspettative, ma la prospettiva di minori entrate pubblicitarie ha penalizzato il titolo.
Se gli utili delle prime 10 capitalizzazioni dovessero crescere molto meno di quanto mostrato finora, una correzione del settore tecnologico sarebbe molto probabile. Questa correzione potrebbe essere ancor più forte se le gestioni passive, quasi dominanti, fossero costrette a ridurre sensibilmente le posizioni.
La concentrazione delle prime 10 capitalizzazioni, ora al 37%, preoccupa, ma ancor di più la concentrazione degli utili espressa dalle megacap.
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(Redazione)