"La BCE alza i tassi: UNC prevede aumento di 20 euro al mese"

La Banca Centrale Europea continua a stringere le redini della politica monetaria. Non è una cura peggiorativa, ma certamente presenta vari effetti collaterali e, soprattutto, non risulta altrettanto efficace quanto una politica fiscale mirata. Quest'ultima potrebbe essere applicata a livello italiano, per esempio reintroducendo gli sconti sulle bollette di luce e gas, o a livello europeo, dove invece ci si è limitati a fissare un massimo al prezzo del gas. Queste sono le parole di Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, in merito alla recente decisione della Bce di aumentare i tassi di interesse di 25 punti base.

Un intervento del genere potrebbe risultare disastroso per coloro che possiedono un mutuo a tasso variabile e per le famiglie e le aziende che devono richiedere un prestito. Prendendo in considerazione l'ultimo Taeg comunicato da Bankitalia, pari al 4,58%, ed esaminando l'importo e la durata media di un mutuo, un aumento dei tassi di 25 punti percentuali corrisponde, ipotizzando un pieno trasferimento sull’Euribor, ad un incremento della rata di circa 20 euro al mese per chi sottoscrive ora un mutuo a tasso variabile. Questo si traduce in un aggravio annuo di circa 240 euro. Un costo aggiuntivo che ha un impatto maggiore su chi ha recentemente sottoscritto il contratto e ha ancora una quota di interessi molto alta, sebbene vada diminuendo man mano che il mutuo si avvicina alla scadenza e si paga quasi esclusivamente la quota capitale, conclude Dona.

(Redazione Traderlink)