La Bank of England alza i tassi, giù la sterlina su la borsa

05/05/2022 15:40

La Bank of England alza i tassi, giù la sterlina su la borsa

La Bank of England combatte contro l’inflazione

La Bank of England alza i tassi di interesse e li porta all'1%, il livello più alto del 2009.

La banca centrale inglese ha alzato i tassi di 25 punti base portandoli all'1%, si tratta del quarto intervento consecutivo, era dal 1997 che non si registrava una striscia così lunga di rialzi. La BoE sta combattendo con l'inflazione più alta degli ultimi trent'anni e lo deve fare senza perdere di vista l'andamento dell'economia, che è in rallentamento.

Dei nove membri che compongono il comitato di politica monetaria della banca guidata da Andrew Bailey sei erano concordi per un intervento di 25 punti base, tre spingevano invece per un rialzo di 50 punti base, come quello messo in atto ieri dalla Federal Reserve (era dal 2000 che la banca Usa non procedeva con un singolo intervento così elevato).

Inflazione al 10% in UK?

L'inflazione del Regno Unito è salita al 7% su base annua a marzo, il livello più alto dal 1992, bene al di sopra del target della banca centrale, fermo al 2%.

E le aspettative degli economisti sono che le cose possano peggiorare prima di migliorare, l'inflazione nei prossimi mesi potrebbe salire anche al 9%/10% e ci vorranno poi 2 anni per vederla tornare al 2%.

In risposta a questo surriscaldamento dei prezzi i tassi potrebbero salire fino al 3% nel 2023.
Certo, molto dipenderà dalla risposta dell'economia: se la crescita dovesse rallentare molto l'inflazione potrebbe ridimensionarsi da sola e non sarebbe quindi necessario portare il costo del denaro oltre l'1,5%/2,0%.

La BoE teme che nel 2023 l'economia possa contrarsi dello 0,25%.

Della criticità del momento è conscio anche il governatore Andrew Bailey che ha dichiarato che la Banca sta camminando su di un sentiero molto stretto, un "narrow path", tra crescita e inflazione, con entrambi questi indicatori che si stanno muovendo nella "wrong direction".

L’economia del Regno Unito rallenta

L'incremento dei prezzi ha eroso la fiducia dei consumatori e di conseguenza pesa sui consumi.

Secondo il sondaggio pubblicato da GfK (la società di ricerca con base a Norimberga), in aprile l’indice della fiducia dei consumatori della Gran Bretagna è calato a -38 punti da -31 punti di marzo (-26 punti in febbraio), contro il declino a -33 punti del consensus del Wall Street Journal.

L'indice si attesta sui minimi dal luglio 2008 (-39 punti) e resta in negativo per il settantatreesimo mese consecutivo: l'ultima lettura in positivo considerando anche quelle invariate di febbraio e marzo 2016 risaliva al gennaio di quell'anno, cinque mesi prima del referendum sulla Brexit.

L'ONS ha annunciato recentemente che il volume destagionalizzato delle vendite al dettaglio ha evidenziato nel mese di marzo una variazione negativa dell'1,4% su base mensile, risultando inferiore alle attese degli analisti (pari a -0,3%) dal -0,5% della rilevazione precedente.

Su base annuale le vendite hanno registrato una variazione del +0,9% dopo la crescita del 7% della rilevazione precedente (consensus +2,8%).

Secondo il Fondo monetario internazionale l'economia inglese potrebbe crescere solo dell'1,2% nel 2023, il tasso di crescita più basso tra i paesi del G7.
Il responsabile del Dipartimento Ue del Fondo, Alfred Kammer, ha dichiarto che "Francia, Germania, Italia e Gb sono previste crescere a malapena o anche contrarsi per due trimestri consecutivi quest'anno", in che significherebbe l'ingresso in una "recessione tecnica".

La sterlina tocca una resistenza chiave

Il cambio euro sterlina oggi ha fatto registrare un movimento importante, salendo da 0,84 a 0,855 circa.

Evidentemente i mercati si aspettavano un intervento più incisivo da parte della banca centrale, simile a quello della Fed, di 50 punti base. I massimi di giornata sono sulla "neckline" del potenziale testa spalle rialzista disegnato dal minimo di inizio febbraio. La linea, tracciata tra il minimo del 6 febbraio e quello del 31 marzo, transita a 0,8535.

Una chiusura di seduta oltre quei livelli completerebbe il testa spalle prospettando rialzi di almeno tre figure, quindi in area 0,86, resistenza critica in quanto coincidente con i massimi di novembre e dicembre 2021. Al di sopra di 0,86 obiettivo a 0,87 circa.

Senza la rottura di 0,8535 e in caso di discese al di sotto dei 0,8460 il rialzo grafico delle ultime ore potrebbe rivelarsi solo una fase temporanea, rischio in quel caso di ritorno in area 0,83 almeno.

Bene il Ftse 100 ma ora servono conferme

L'indice della borsa di Londra, il Ftse 100, come spesso accade quando la sterlina si indebolisce, è invece in netto rialzo, guadagna l'1,4% circa a 7600 punti.

Il rialzo è incoraggiante ma ancora non risolutivo, solo la rottura del picco del 10 febbraio a 7687 punti rilancerebbe l'uptrend attivo dai minimi di marzo 2020 lasciando ipotizzare rialzi almeno fino a 8400, sul lato alto del canale che contiene i prezzi dal marzo 2020.

Senza la rottura di area 7700 e in caso di violazione di 7340 rischio invece di discese verso la base del canale, a 7030 circa.

Un Etf per seguire la borsa

Un Etf per seguire l'andamento dell'indice inglese è l'ISHARES CORE FTSE 100 UCITS ETF DIST (IE0005042456), quotato in sterline.

La rottura di 8,91 sarebbe un primo segnale incoraggiante per il rialzo, sopra 9,08 attesi poi movimenti verso 10,03, massimi di maggio 2015 e lato alto del canale crescente disegnato dai minimi di marzo 2020.

Sotto area 8,55 rischio invece di cali in direzione di 8,20, limite inferiore del citato canale.

Fonte: FTA Online

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