L'anno 2023 ha raggiunto il terzo posto tra gli anni più caldi in Italia dal 1800, con una temperatura superiore di 0,67 gradi rispetto alla media storica, secondo l'analisi dei dati Isac Cnr realizzata dalla Coldiretti. Questo dato è stato registrato nei primi sette mesi del 2023, periodo che ha visto una nuova ondata di caldo e allerte meteo in quattro regioni del Nord. In queste zone, l'anno è stato il secondo più caldo mai registrato, con un'eccezionale anomalia di +0,86 gradi rispetto alla media.
La Coldiretti sottolinea che questa tendenza al surriscaldamento in Italia si conferma anche quest'anno. La classifica degli anni più caldi degli ultimi due secoli vede infatti prevalere gli ultimi dieci anni, con in ordine: il 2022, il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020.
L'eccezionale caldo del 2023 è stato accompagnato da una media di circa 11 eventi estremi al giorno in tutta la Penisola. Grandinate, trombe d'aria, piogge torrenziali, ondate di calore e tempeste di vento hanno causato vittime e danni. Questo è quanto emerge dall'analisi dei dati dell'European Severe Weather Database (Eswd), effettuata dalla Coldiretti.
L'organizzazione agricola sottolinea che siamo di fronte a una chiara tendenza alla tropicalizzazione del clima. Questa si manifesta con un aumento della frequenza di fenomeni violenti, squilibri stagionali, precipitazioni brevi e intense, e un rapido alternarsi di caldo e maltempo.
Il 2023 è stato segnato inizialmente da una grave siccità che ha danneggiato le coltivazioni, seguita da mesi di eventi meteorologici estremi, precipitazioni abbondanti e basse temperature. Il caldo torrido di luglio ha fatto registrare una temperatura superiore di 1,96 gradi rispetto alla media del mese, inaridendo i terreni e favorendo lo scoppio di incendi nelle campagne e nei boschi spesso abbandonati.
L'agricoltura italiana ha sofferto notevoli danni, che si prevede supereranno i 6 miliardi di euro dell'anno scorso. Di questi, oltre 1 miliardo è dovuto all'alluvione in Romagna.
A causa dei cambiamenti climatici, infatti, si è registrato un calo del 10% della produzione di grano, del 14% di quella di uva da vino e fino al 63% delle pere. Il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno, e si è registrato un calo anche per il pomodoro, secondo i dati della Coldiretti.
La Coldiretti conclude sottolineando che anche altre produzioni ortofrutticole stanno risentendo del caldo torrido, che ha causato ustioni e perdite, dall'uva ai meloni, dalle angurie alle albicocche, dai pomodori alle melanzane.
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