Come di consueto, questa nota presenta una terza stima del secondo trimestre dell'anno dei conti economici dopo 90 giorni dalla fine del periodo di riferimento. Tale stima, in linea con la politica di revisione raccomandata dalla Commissione Europea per i Paesi membri dell'Unione, incorpora nelle serie storiche trimestrali la recente revisione degli aggregati economici annuali diffusa il 22 settembre scorso, che quest'anno ha riguardato il triennio 2020-2022.
In questa occasione, le serie storiche dei conti economici trimestrali sono tradizionalmente riviste a partire dal primo trimestre 1995.
Nel secondo trimestre del 2023 il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,4% rispetto al trimestre precedente ed è cresciuto dello 0,3% rispetto al secondo trimestre del 2022.
La stima del Pil diffusa il 1 settembre 2023 era stata di una riduzione congiunturale dello 0,4% e di una crescita tendenziale dello 0,4%.
Il secondo trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al secondo trimestre del 2022.
La variazione acquisita del Pil per il 2023 è pari a +0,7%, della stessa entità di quella stimata al 1 settembre 2023.
Rispetto al trimestre precedente, si registra una stazionarietà dei consumi finali nazionali e una diminuzione dell'1,7% degli investimenti fissi lordi.
Le importazioni sono risultate stazionarie, mentre le esportazioni sono diminuite dello 0,6%.
La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,4 punti percentuali alla variazione del Pil, mentre si è registrato un contributo positivo di 0,1 punti percentuali per i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private ISP, e contributi negativi sia degli investimenti fissi lordi sia della spesa delle Amministrazioni Pubbliche (AP), rispettivamente di 0,4 e 0,2 punti percentuali.
D'altra parte, la variazione delle scorte ha contribuito positivamente alla variazione del Pil per 0,3 punti percentuali, a fronte di un contributo negativo della domanda estera netta di 0,2 punti percentuali.
Si osservano andamenti congiunturali negativi per il valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi, con agricoltura, industria e servizi diminuiti rispettivamente dell'1,4%, dell'1,2% e dello 0,1%.
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