Nel mese di settembre 2023, si prevede un incremento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo, escludendo i tabacchi, dello 0,2% mensile e del 5,3% annuale, rispetto al +5,4% del mese precedente. Questi dati sono in linea con le stime preliminari fornite dall'Istat.
Si osserva un rallentamento dei prezzi dei beni alimentari, dei prodotti per la casa e per la cura personale (da +9,4% a +8,1%), nonché dei prodotti acquistati più frequentemente (da +6,9% a +6,6%). Contemporaneamente, la Banca d'Italia rileva che nell'agosto precedente il debito delle amministrazioni pubbliche è sceso di 18,3 miliardi, risultando pari a 2.840,7 miliardi.
Durante il terzo trimestre del 2023, l'inflazione, misurata mediante l'Ipca, ha colpito maggiormente le famiglie a basso reddito rispetto a quelle più abbienti (+6,7% rispetto a +5,6%). L'Istat sottolinea però che, rispetto al trimestre precedente, il rallentamento dell'inflazione è stato più pronunciato per le famiglie economicamente più deboli.
Nel dettaglio, nel terzo trimestre del 2023 l'inflazione per le famiglie a basso reddito è passata dal +9,4% del secondo trimestre al +6,7%, mentre per le famiglie più ricche è scesa dal +7,1% al +5,6%. Questa dinamica ha portato a una riduzione del divario inflazionistico tra le famiglie più povere e quelle più abbienti, che ora è pari a 1,1 punti percentuali.
Nell'agosto 2023, il debito delle amministrazioni pubbliche, secondo i dati della Banca d'Italia, è sceso di 18,3 miliardi rispetto al mese precedente, arrivando a 2.840,7 miliardi. Questa riduzione è dovuta principalmente al calo delle liquidità del Tesoro (15,2 miliardi) e all'avanzo di cassa delle amministrazioni pubbliche (3,7 miliardi), mentre altri fattori hanno contribuito ad un leggero aumento del debito (0,5 miliardi).
Analizzando il debito per sottosettori, quello delle amministrazioni centrali è diminuito di 17,8 miliardi e quello delle amministrazioni locali di circa 0,6 miliardi. Il debito degli enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato. La vita media residua del debito è rimasta stabile a 7,7 anni. La quota di debito detenuta dalla Banca d'Italia si è ridotta al 25,1% (rispetto al 25,2% del mese precedente), mentre le quote detenute dai non residenti e dagli altri residenti sono leggermente aumentate.
Infine, nel mese di agosto, le entrate fiscali contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 55,1 miliardi, con un aumento del 2,5% rispetto allo stesso mese del 2022. Nei primi otto mesi del 2023, le entrate fiscali sono state pari a 352,4 miliardi, con un incremento del 6,6% rispetto allo stesso periodo del 2022.
(Redazione)