Isee 2025 con o senza titoli di stato, buoni e libretti postali? Il dilemma ormai sembra essere sciolto anche se il caos ancora regna sovrano.
Si perché, anche se il 14 gennaio 2025 è arrivata la firma del Dpcm del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che modifica la disciplina per il calcolo e la determinazione dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee), ancora la modifica non è stata resa operativa.
Nel concreto il Dpcm recepisce le novità sul calcolo ISEE previsti dall'articolo 1 commi 183-185 della legge finanziaria 2024 che prevede l’esclusione dal calcolo dell'Isee di titoli di stato (Buoni del tesoro annuali o poliennali) e altri prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato.
Nel concreto però mancano le direttive di attuazione: che cosa succederà a chi ha già provveduto a presentare la DSU per il nuovo ISEE 2025 e vuole togliere tali strumenti dal conteggio? Dovrà pagare o l’Inps farà tutto in automatico?
Scopriamo insieme le novità in merito. Prima però vi lasciamo al video YouTube di Alessandro Mr LUL shorts sulle novità ISEE 2025.
ISEE 2025, Libretti, Buoni fruttiferi e titoli fuori: cosa succede per chi ha già rinnovato?
Il 31 dicembre 2024 è scaduto l’ISEE e molti per continuare ad accedere alle agevolazioni introdotte da governo Meloni si ritrovano in questi giorni a rinnovare l’Isee e molti addirittura hanno già provveduto.
Il presidente del Consiglio ha però il 14 gennaio 2025 provveduto a firmare il tanto atteso Dpcm che esclude dal calcolo dell'Isee di titoli di stato (Buoni del tesoro annuali o poliennali) e altri prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato.
Una buona notizia certo, perché tali titoli se presenti nelle DSU determinano un valore Isee molto più alto facendo perdere la possibilità di accedere a numerose prestazioni.
Al momento però l'esclusione ancora non è stata resa operativa e molti si ritrovano con l’ISEE 2025 già rinnovato. Infatti gli intermediari come i CAF non sono ancora autorizzati ad applicare ancora la normativa, perché manca ancora il passaggio alla revisione della Corte dei Conti e poi la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
E come se non bastasse l’Inps dovrà successivamente all’entrata in vigore prevedere una nuova procedura. Dunque al momento regna il caos ma in attesa delle varie direttive va ricordato che dal 2023 sono entrate in vigore altre novità che rendono a pagamento l’ISEE per ogni ulteriore DSU presentata dopo la prima.
Ecco allora che chi ha già presentato la DSU per richiedere l’ISEE 2025 e ha strumenti finanziari oggetto di esclusione entro il limite di 50.000 euro dovrà correggerlo escludendoli e pertanto dovrà fare una nuova richiesta.
ISEE 2025, quanto costa la richiesta successiva?
Come abbiamo detto in precedenza, dal 2023, sono state introdotte nuove regole che rendono a pagamento l'ISEE per ogni ulteriore DSU presentata al CAF dopo la prima.
Pertanto coloro che hanno già ricevuto l’ISEE dopo la presentazione della DSU e volessero escludere titoli di Stato, libretti e Buoni postali dovranno con tutta probabilità rifare la procedura.
Chi utilizza SPID o CIE per gestire tutto in autonomia tramite l’Isee precompilato non avrà costi aggiuntivi, mentre chi si affida a un CAF dovrà pagare un importo tra i 15 e i 25 euro.
Quali titoli escludere dal calcolo Isee
La legge finanziaria 2024 ha previsto l’esclusione di alcuni strumenti finanziari dal calcolo dell’Isee nel limite di 50.000 euro.
Nel dettaglio ad essere esclusi dal calcolo ci sono i titoli di stato (Buoni del tesoro annuali o poliennali) e gli altri prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato.
In questa ultima categoria rientrano:
- Buoni ordinari del Tesoro (BOT );
- CTZ (Certificati del tesoro zero-coupon);
- Buoni del tesoro poliennali (BTP);
- Certificati di credito del Tesoro (CCT);
- buoni postali fruttiferi;
- libretti di risparmio postale.