La riforma Irpef 2025, uno dei pilastri della manovra finanziaria del Governo, prometteva di semplificare il sistema fiscale e alleggerire il carico fiscale per il ceto medio, almeno nei fatti.
L’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) ha difatti individuato una criticità importante su quanto disposto dall’Esecutivo: dietro l’apparente razionalizzazione si nasconde un aumento delle tasse per chi rientra in una specifica fascia di guadagno. Il problema? Una modifica tecnica al taglio del cuneo fiscale che, invece di alleggerire, rischia di penalizzare alcuni lavoratori.
Vediamo insieme chi su trova a dover pagare di più e cosa non è andato per il verso giusto rispetto alle premesse iniziali. Prima, però, vi lasciamo al video YouTube di Informazione Fiscale sulle novità annunciate due mesi fa dal Governo sul tema Irpef 2025.
Cosa cambia con le nuove aliquote Irpef 2025
La riforma, articolata in due fasi tra manovra finanziaria e decreto fiscale, punta a semplificare il sistema riducendo il numero di aliquote Irpef 2024 a tre fasce principali:
- fino a 28mila euro di reddito si applica un’aliquota del 23%
- da 28mila a 50mila euro di reddito l’aliquota sale al 35%
- oltre i 50mila euro di reddito si applica l’aliquota massima del 40%
Una struttura apparentemente lineare, che però si complica con l’intervento sul cuneo fiscale. Qui, il Governo ha scelto di modificare non l’entità del taglio, ma la sua modalità di applicazione. In passato, lo sconto fiscale si traduceva in un taglio dei contributi previdenziali compensato dallo Stato per non penalizzare le future pensioni.
Ora, lo sconto diventa un bonus esentasse per i redditi fino a 20mila euro. Tra i 20mila e i 40mila euro, invece, è trasformato in una detrazione fiscale.
Tale nuova impostazione fa sì che la riduzione delle tasse, pur rimanendo in termini assoluti la stessa, agisca in modo diverso sui contribuenti. Per i redditi fino a 25mila euro, il taglio resta pari al 7%, mentre per i redditi tra i 25mila e i 35mila euro si riduce al 6%. Oltre queste soglie, la detrazione inizia a scendere progressivamente fino ad annullarsi.
Chi pagherà più tasse e perché
L’anomalia evidenziata dall’Upb riguarda proprio il funzionamento della detrazione fiscale. Per i lavoratori con redditi sopra i 20mila euro, la detrazione resta stabile a 1.000 euro fino ai 32mila euro. Ma da questa soglia in poi, la detrazione comincia a ridursi gradualmente, fino a scomparire del tutto una volta superati i 40mila euro.
Tale meccanismo, combinato con il nuovo schema delle aliquote, penalizza in modo significativo chi guadagna tra i 32mila e i 40mila euro. In questa fascia, i contribuenti finiscono per pagare più tasse rispetto al sistema precedente. Per molti lavoratori dipendenti, l’effetto sarà evidente nella busta paga, con un reddito netto mensile ridotto rispetto agli anni passati.
L’obiettivo dichiarato della riforma era quello di favorire il ceto medio, ma proprio questa fascia, spesso composta da professionisti, insegnanti e dipendenti pubblici, rischia di diventare una delle più penalizzate.
Nuove aliquote Irpef 2025, spuntano sette scaglioni di reddit0
Nonostante il Governo abbia pubblicizzato il taglio delle aliquote Irpef 2025 a tre, l’Upb ha rilevato che, nella pratica, il sistema fiscale si articolerà in sette scaglioni effettivi:
- Fino a 8.500 euro di reddito: esenzione totale dall’Irpef.
- Tra 8.500 e 20mila euro di reddito: primo scaglione Irpef con bonus esentasse derivante dal taglio del cuneo fiscale.Tra 20mila e 28mila euro di reddito: primo scaglione Irpef con una detrazione fissa di 1.000 euro.
- Tra 28mila e 32mila euro di reddito: secondo scaglione Irpef con detrazione di 1.000 euro.
- Tra 32mila e 40mila euro di reddito: secondo scaglione Irpef con detrazione decrescente.
- Tra 40mila e 50mila euro di reddito: secondo scaglione Irpef senza alcuna detrazione.
- Oltre i 50mila euro di reddito: terzo scaglione Irpef senza detrazioni.
Una struttura che crea un sistema fiscale molto più articolato di quanto appaia a prima vista. I sette scaglioni, frutto delle combinazioni tra le nuove aliquote Irpef 2025 e i meccanismi di detrazione, rendono il sistema meno trasparente e più complesso da comprendere per i cittadini.
Insomma, la riduzione del numero di aliquote, presentata come un passo verso la semplificazione fiscale, si rivela quindi più formale che sostanziale. Inoltre, la mancanza di trasparenza rischia di alimentare confusione e malcontento, soprattutto tra i contribuenti che si aspettavano un alleggerimento fiscale e si trovano invece a pagare più tasse.