Investire in valuta estera: i vantaggi
Investire in titoli espressi in valuta diversa dall'euro, é una delle opzioni possibili ai fini di una migliore allocazione delle proprie risorse finanziarie.
Quali sono, nello specifico, i vantaggi offerti da questa soluzione?
Innanzitutto, se è vero che l'economia è globalizzata, è altrettanto vero che non tutte le macro aree geografiche, a livello economico, viaggiano alla stessa velocità.
Allo stesso modo, divise come il dollaro americano o il franco svizzero, rappresentano, da sempre, forme di impiego alternativo del proprio denaro nei periodi più tempestosa (cosiddetti beni rifugio).
L'opzione valuta estera, qualunque essa sia e qualunque sia lo strumento finanziario acquistato, permette di poter beneficiare di un ulteriore e potenziale plus.
Oltre al tasso facciale (nel caso di obbligazioni) o all'incremento della quotazione del titolo, si può infatti trarre profitto dalle fluttuazioni del cambio della divisa scelta (in rapporto all'euro).
Giova ricordare che qualsiasi operazione connessa ad un titolo espresso in valuta diversa dall'euro (acquisto, vendita, stacco cedola, stacco dividendi, accredito a scadenza) è collegata al tasso di cambio specifico (rapportato all'euro).
Ergo, le possibilità di guadagno si ampliano.
Il rovescio della medaglia è costituito dal fatto che si moltiplicano anche le chances di perdita, in quanto aumenta il rischio che il risparmiatore si accolla portando a termine questo genere di operatività.
Investire in valuta estera: quali sono i rischi?
Quali sono i rischi che si corrono acquistando strumenti finanziari in valuta estera?
Come già evidenziato in precedenza, il rapporto di cambio può rivelarsi favorevole o meno per il risparmiatore.
Ciò è strettamente correlato alla situazione non solo economica ma anche politica del Paese nella cui valuta si é scelto di investire.
Ergo, nel momento in cui si sceglie un titolo, si acquista, in pratica, un "Paese" nella sua globalità.
Ecco perché diventa fondamentale fare attenzione non solo alle condizioni intrinseche allo strumento finanziario ma anche a quelle estrinseche.
Quindi, a scalare, si parte dalla valutazione del cosiddetto rating del Paese nella cui valuta si sceglie di investire, passando poi a quello dell'emittente il titolo sino ad arrivare alle condizioni dello strumento finanziario specifico.
Il rischio di perdite, infatti, va dalla semplice applicazione di un cambio sfavorevole nel momento dello stacco cedola o dividendo alla perdita dell'intero capitale in caso di default del Paese o dell'ente emittente il titolo.
Investire in valuta estera: alcuni consigli utili
Come si può fare, quindi, per cercare un buon compromesso tra la necessità di diversificazione del portafoglio e l'esigenza di mantenere il livello di rischio entro parrametri accettabili?
Per prima cosa occorre creare i presupposti per operare al meglio attraverso la costruzione di una corretta pianificazione finanziaria.
Così facendo, si delinea anche la soglia di rischio che si è in grado di sopportare a livello finanziario.
Questo, va poi integrato con quello che è l'aspetto psicologico, ovvero, indipendentemente dal rischio finanziario, con quella che è la soglia oltre la quale la sola idea di perdita potenziale diventa insopportabile.
Bisogna infatti considerare che, con i propri investimenti, occorre conviverci.
Possibilmente senza ripercussioni sulla salute e sul proprio stato psico fisico.