Investire in etf: perché utilizzarli
Gli Exchange Traded Fund, meglio noti come etf, hanno fatto il loro ingresso sul mercato italiano oltre una ventina d’anni fa.
Come strumenti finanziari, sono nati in America alla fine del secolo scorso per dare, ai risparmiatori, una alternativa più economica ai fondi comuni di investimento.
Ce ne sono di diverse tipologie e strutturazione e, allo stato pratico, permettono di investire su qualunque mercato, offrendo ai risparmiatori una gamma di opportunità davvero interessante e variegata.
Quindi, i primi motivi per utilizzarli possono essere legati al loro costo ridotto e alla vastità di soluzioni che offrono agli investitori.
Un’altra caratteristica che li contraddistingue è quella di essere facili da negoziare, sia in acquisto che in vendita.
Questa affermazione però, è valida se l’etf scelto ha un flottante e un volume di negoziazioni giornaliere tali da poter essere considerato liquido e quindi, prontamente smobilizzabile.
Ergo, è sempre necessario verificare tutti i dettagli prima di procedere all’acquisto.
Investire in etf: quali tipologie scegliere?
Gli etf non sono tutti uguali.
Anzi, ve ne sono di differenti tipologie, a seconda dell’ambito di investimento, della tipologia di gestione attuata, della distribuzione o meno dei proventi e così via.
La prima considerazione è quella che gli etf permettono di investire ormai su qualunque mercato, anche quelli cosiddetti alternativi come le criptovalute o quelli difficilmente raggiungibili con altri prodotti, come ad esempio le materie prime o specifici settori.
La differenza più nota è quella che riguarda la tipologia di gestione, ovvero passiva o attiva.
Nel primo caso, l’obiettivo del gestore è semplicemente quello di replicare l’indice di riferimento mentre, nella seconda ipotesi, il fine ultimo è quello di fare meglio del benchmark.
In ottica di gestione attiva, non bisogna dimenticare anche i cosiddetti etf a leva che sfruttano il meccanismo della leva finanziaria per cercare di accrescere i rendimenti (con livelli di rischio ovviamente più cospicui).
Alcuni etf, poi, prevedono la distribuzione periodica dei proventi: sono paragonabili, quindi, ai flussi cedolari garantiti dalle classiche obbligazioni o titoli di stato.
Investire in etf: quali possono essere le criticità?
Esistono anche delle criticità quando si parla di investimento in etf?
Il primo cruccio può essere quello di utilizzare esclusivamente questo come mezzo per costruire il proprio portafoglio.
Se è vero che la varietà dei prodotti consente di investire ovunque, è altrettanto vero che, una diversificazione ben fatta, prevede anche l’utilizzo di strumenti finanziari differenti tra loro.
Della possibile scarsa liquidità ne abbiamo già accennato in precedenza: questo aspetto può ritardare i tempi dello smobilizzo non garantendo, quindi, l’immediatezza (ovvero pochi giorni) di cui, un investitore, può avere necessità.
L’etf, inoltre, può anche chiudere, in seguito, ad esempio, allo scarso interesse da parte degli investitori, a rendimenti non ritenuti soddisfacenti o a problemi della società emittente.
In questo caso, l’investitore si trova costretto a smobilizzare prima del previsto e a condizioni, magari, non previste.
Infine, bisogna evidenziare come alcuni etf abbiano il cosiddetto tracking error ovvero un grado di volatilità elevato che determina una rischiosità maggiore.
In tali casi, occorre valutare bene il rischio reale e non solo quello che normalmente percepito e associato alla parola etf.