Il cybercrime: un breve riassunto
Sorpresa: i fenomeni di cybercrime segnano il passo e risultano in flessione nel primo trimestre del 2023. Ma cosa si intende esattamente per cybercrime? Letteralmente significa reato informatico e nell'accezione più utilizzata (e anche quella che ci interessa) si riferisce ai crimini realizzati colpendo un sistema informatico (computer as a target).
In questa categoria rientrano quindi il danneggiamento o l'accesso abusivo a sistemi e dati, la frode informatica, la sottrazione ed eventuale diffusione di codici d’accesso o dati, l'interruzione di un sistema informatico o telematico, la falsificazione di documenti informatici, l’interferenza illecita nelle comunicazioni informatiche o telematiche.
Fenomeni cybercrime in netta flessione
In base a quanto rilevato dal Threat Intelligence Report all’Osservatorio Cybersecurity di Exprivia, nel primo trimestre del 2023 i fenomeni di cybercrime sono stati pari a 308, in calo del 44% rispetto all'ultimo trimestre del 2022 (547 fenomeni).
Il report analizza 122 fonti aperte tra siti di aziende colpite, siti pubblici di interesse nazionale, agenzie di stampa online, blog e social media.
I fenomeni di cybercrime sono divisi in tre tipologie: attacchi, incidenti (ovvero attacchi andati a buon fine) e violazioni della privacy.
Gli attacchi sono stati 192 (-53% rispetto al periodo gennaio-marzo dell'anno scorso), gli incidenti 104 (-40%) e le violazioni della privacy 12 (-37%).
Attenzione ai dispositivi IoT
Dati confortanti quindi ma non è pensabile il poter abbassare la guardia, soprattutto alla luce del fatto che i dispositivi IoT ad elevato rischio di attacco (in particolare nel Sud Italia) sono saliti del 13% a circa 8 milioni.
Si tratta di dispositivi dotati di sensori per la raccolta di dati che poi vengono trasmessi a un software residente sul cloud: quest'ultimo li elabora e invia al dispositivo il comando per compiere/non compiere una determinata azione, ad esempio accendere l'impianto di riscaldamento, far partire la lavatrice o inviare un allarme ai vigili del fuoco se il sensore rileva un incendio.
Non è difficile immaginare quanti danni un hacker potrebbe provocare se riuscisse a violare le difese di un dispositivo IoT.
Tra i più esposti a rischio data la delicatezza delle loro applicazioni troviamo i dispositivi medicali intelligenti, ad esempio apparecchiature per radiografie e risonanze, microscopi, o dispositivi cardiologici indossabili e connessi.