Interpump arretra dopo la trimestrale
Netto calo nelle ultime due sedute di borsa per Interpump, che ieri ha ceduto il 3,19% risultando il peggior titolo del FTSE Mib. Il mercato non ha gradito la trimestrale della società, presentata in chiusura della precedente settimana.
I dati sono stati positivi ma in flessione rispetto al primo trimestre e non sono bastate le parole del presidente Fulvio Montipò a rasserenare gli animi.
Montipò ha affermato che il management prevede per il 2023 una "crescita organica ampiamente superiore alle nostre aspettative di inizio anno e una solida e stabile performance reddituale con Ebitda in aumento rispetto a quella del 2022".
Nel secondo semestre 2023 Interpump ha fatto registrare Ricavi in crescita del 10,2% su base annuale, EBITDA +14,3% a 145,7 milioni di euro ed un Utile Netto Consolidato di 82,4 milioni, in crescita del 12,2% rispetto allo stesso periodo del 2022.
Interpump: prezzi ad un bivio
Il recente ribasso ha condotto il titolo ad un punto di svolta: i prezzi sono scesi a testare la base del canale decrescente in forza dai top di maggio, riferimento a 45,50 euro, poco sotto a dove è posizionato il 38,2% di ritracciamento del rialzo partito lo scorso settembre.
Tecnicamente si tratta di riferimenti critici per la salvaguardia dello stesso rialzo, la cui violazione amplierebbe la portata della correzione proiettando obiettivi a 43,00 e 40,50 euro.
Uno scenario che renderebbe necessaria una nuova ed attenta valutazione delle prospettive del titolo per il lungo periodo.
Reazioni dai livelli attuali invece allenterebbero le tensioni ma necessiterebbero del superamento di area 50,00 per prospettare qualcosa di più di una semplice reazione tecnica.
Prosegue il difficile momento di Aquafil.
Titolo in ribasso anche oggi
Pesante flessione ieri per Acquafil (-7,44% a 3,42 euro) che tocca i minimi da novembre 2020 in scia ai risultati al 30 giugno comunicato venerdì dopo la chiusura del mercato. Nel primo semestre i ricavi si sono attestati a 311,1 milioni di euro, in calo dell'11,4% a/a.
I dati denotano una tendenza al rallentamento visto che nel secondo trimestre i ricavi hanno fatto segnare 144,3 milioni, -19,8% a/a.
Intermonte ha confermato il giudizio outperform ma con target ridotto consistentemente da 8,70 a 5,80 euro.
Gli analisti hanno tagliato le stime di utile per azione 2024 e 2025 del 69,2 e 37,6 per cento rispettivamente.
L'analisi del grafico di Aquafil mette in evidenza l'affondo di ieri sui 3,35 euro, minimo da novembre 2020, e il recupero nella seconda parte della seduta grazie al quale il titolo è riuscito a evitare una chiusura di seduta inferiore a 3,4050, minimo del 7 luglio, e quindi la riattivazione del movimento ribassista in essere dal picco di novembre 2021 a 8,56.
In tal caso lo scenario sarebbe stato (o potrebbe essere) chiaro: ritorno sul minimo storico del marzo 2020 a 2,61, con obiettivo intermedio a 3,0450.
Ipotesi che stando a quanto si sta vedendo oggi sul mercato potrebbe essere confermata a breve. Il titolo arretra infatti del 3,2% a quota 3,31 e rischia concretamente di chiudere la seduta sotto quota 3,40.
Segnali positivi solo in caso di stabilizzazione sopra 3,80-3,90, operazione che creerebbe le premesse per un attacco a 4,16, massimo di metà giugno.
In caso di successo via libera verso 4,42 e 4,65-4,70.