Intelligenza artificiale e i legami con il cybercrimine
Intelligenza artificiale e cybercrimine: termini per molti misteriosi (e anche un po' minacciosi) ma stanno entrando sempre più spezzo nella vita quotidiana.
Con intelligenza artificiale si intende la branca della scienza che cerca il modo per simulare il pensiero umano tramite potenti strumenti informatici.
É in una certa misura la realizzazione di molte visioni fantascientifiche di decenni addietro, fantasie che grazie a complicati algoritmi che girano su microchip dedicati e computer dalla capacità di calcolo che si fatica a immaginare.
Il cybercrime o crimine informatico sfrutta proprio gli strumenti informatici per commettere atti illeciti. Chiaramente il diffondersi dell'intelligenza artificiale crea spazi sempre più ampi per l'esercizio del cybercrime.
Le minacce dell'intelligenza artificiale
Ma vediamo di quantificare questa sensazione grazie all'analisi commissionata da Facile.it agli istituti mUp Research e Norstat.
Dal sondaggio realizzato nella parte centrale della scorsa settimana su campione di individui in età compresa fra 18 e 74 anni emerge che ben 22,5 milioni di italiani (52,6% del campione) temono che l'IA possa essere sfruttata da malviventi per azioni fraudolente.
Sono 16,6 milioni (39%) le persone che pensano l'AI possa creare falsi contenuti capaci di contaminare l'informazione online e 8,7 milioni temono che i malintenzionati siano in grado di creare contenuti a loro nome e a loro insaputa.
Ci sono infine 16,9 milioni gli italiani che, come in alcuni film che prefigurano di un futuro distopico, l'AI sfugga di mano e diventi incontrollabile.
I cybercrimini più diffusi
Questo ultimo timore, possiamo dirlo tranquillamente, è frutto proprio delle suggestioni delle pellicole di cui sopra e possiamo annoverarlo tra le fantasie: cosa che purtroppo non vale per i crimini informatici che sono invece reali.
Ben 6,5 milioni di persone in Italia dichiarano infatti di essere stati vittime di un accesso non autorizzato a strumenti di pagamento personali, mentre 2,5 milioni hanno subito (di persona o in famiglia o riguardo a cose di proprietà) il furto dell'identità digitale, illecito che è poi stato sfruttato per compiere un altro atto illegale.