La sfida europea delle infrastrutture
Duemila miliardi di dollari, pari a quasi 1800 miliardi di euro al cambio attuale. Questo il potenziale ammanco di investimenti in infrastrutture in Europa da qui al 2040. É la stima di Morgane Delledonne, Head of Investment Strategy Europa di Global X, gruppo finanziario specializzato in ETF. Il settore ha un ruolo nodale in quanto su di esso convergono parecchi dossier strategici come la sicurezza nazionale, l'indipendenza della catena di approvvigionamento e l'efficienza energetica. Fondamentale quindi disporre di asset solidi e tecnologicamente all'avanguardia per fare fronte alle molteplici e imprevedibili insidie che potrebbero colpirci: gli ultimi anni fanno scuola in questo senso con la pandemia e il conflitto Russia-Ucraina.
Primo, infrastrutture tradizionali
Occorre quindi mettere in moto una catena di investimenti al fine di colmare il divario. In questa direzione si muovono i programmi NextGenerationEU (750 miliardi di euro) e la Politica di Coesione (378 miliardi di euro). Quasi 400 miliardi sono destinati a progetti infrastrutturali tradizionali nei settori dei trasporti, dell'energia e dei servizi digitali. Tra i gruppi che potrebbero approfittare dei molti progetti che verranno lanciati ci sono quelli attivi nella produzione di cemento e materiali da costruzioni come l'italiana Buzzi Unicem.
Secondo, reti di trasporto
Altro segmento da potenziare è quello delle reti infrastrutturali che facilitano il trasporto di persone, beni e servizi. Nella UE si parla di rete transeuropea di trasporto (TEN-T), un progetto che punta a creare in sistema interconnesso ed efficiente di strade, ferrovie, canali navigabili interni, rotte marittime, porti, aeroporti e terminali ferroviari. A trarre vantaggio da questi investimenti potrebbero essere le società attive nella gestione di strade, autostrade, porti e aeroporti come la spagnola Aena (o la Mundys controllata dalla famiglia Benetton, ndr).
Terzo, energia pulita
Tema centrale sono le infrastrutture per l'energia pulita dato che l'obiettivo del Green Deal UE è davvero ambizioso: si punta a tagliare entro il 2030 le emissioni di gas serra del 50% rispetto ai livelli raggiunti nel 1990 e a raggiungere il livello net-zero al più tardi nel 2050. Circa un terzo di tutte le risorse messe in campo dall'Unione verrà diretta al raggiungimento di questi target. In prima fila per trarre benefici c'è EDP Renováveis.
Quarto, infrastrutture digitali
Per finire un altro settore decisivo, quello dell'infrastruttura digitale ovvero gli strumenti fisici e non atti a elaborare e trasmettere dati e informazioni. Parliamo quindi di reti in fibra ottica, data center, cloud computing. L'Unione Europea investirà 165 miliardi di euro per veicolare fondi privati in questo ambito. Imprima linea la francese Thales (ma perché no anche l'italiana Leonardo, ndr) attiva anche nella cybersicurezza, identità e gestione digitale, connettività, big data e intelligenza artificiale.