Inflazione al 4,3%: clima e scarsità d'offerta fanno impennare prezzi materie prime

Redazione Traderlink Redazione Traderlink - 26/09/2023 12:00

Inflazione al 4,3%: clima e scarsità d'offerta fanno impennare prezzi materie prime

L'incremento del costo delle materie prime agricole, tra cui succo d'arancia e bestiame, rende complessa la situazione dell'inflazione. Molti prodotti agricoli hanno subito un rialzo nei mesi scorsi a causa dei cambiamenti climatici e della conseguente riduzione delle riserve. Questo comporta un ulteriore peso per i consumatori in un periodo in cui l'inflazione di base, escludendo cibo ed energia, è del 4,3%. 

I contratti future su succo d'arancia, bestiame, zucchero grezzo e cacao hanno toccato il loro massimo annuo. Questi mercati, secondo Paul Caruso, direttore degli investimenti in commodity presso Ancora, sono tutti in rialzo a causa della scarsità di offerta. 

L'indice S&P GSCI Softs, che misura solo le materie prime agricole, è salito di oltre il 18% quest'anno. L'aumento del costo del succo d'arancia è dovuto alla scarsa produzione globale di agrumi e agli uragani che hanno colpito la Florida, principale produttore per gli USA. Anche Brasile e Messico, importanti esportatori, hanno dovuto ridurre le loro stime di raccolta a causa delle temperature elevate. 

I prezzi della carne sono stati influenzati da un calo delle mandrie statunitensi, un costante fabbisogno di carne e l'aumento dei costi di produzione. Una siccità prolungata ha danneggiato prati e raccolti di fieno obbligando gli agricoltori a ridurre le loro mandrie. Si prevede una diminuzione delle scorte quest'anno e nei prossimi anni, fino al 2025-2026. 

Anche i costi di zucchero grezzo e cacao sono in aumento. Il prezzo dello zucchero è salito a causa della crescente domanda e della revisione al ribasso delle stime di produzione da parte dei principali paesi produttori, come l'India e la Thailandia, a causa delle condizioni climatiche avverse. 

Darwei Kung, responsabile delle materie prime e delle risorse naturali presso DWS, sostiene che le materie prime agricole sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici, che possono interrompere la produzione. Allo stesso tempo, poiché cibo ed energia non sono inclusi nei calcoli dell'inflazione di base, i consumatori potrebbero sperimentare un aumento dei prezzi quotidiano superiore a quello preso in considerazione dalle banche centrali. 

Le principali aziende alimentari stanno cercando di trasferire i loro crescenti costi di produzione ai consumatori. Secondo François-Xavier Roger, direttore finanziario di Nestlé, la società sta sperimentando un aumento dei costi per lo zucchero, il cacao e i chicchi di Robusta per il caffè. Anche Unilever sta riscontrando un'inflazione nelle sue categorie di nutrizione e gelati. 

Alcuni analisti ipotizzano che un aumento dei tassi d'interesse e un rallentamento economico potrebbero frenare la domanda dei consumatori. Jeff Kilburg, fondatore e CEO di KKM Financial, ritiene che la volatilità persisterà finché non si avranno informazioni più precise sul raccolto e sulla domanda.

 

(Redazione)

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