Dal 1 gennaio 2025 tutto cambia per i lavoratori che vogliono ritirarsi dal lavoro a 64 anni.
Proprio per loro andare in pensione a 64 anni diventerà un obiettivo più difficile da raggiungere, soprattutto per via dei nuovi requisiti previsti.
Va detto però che, nonostante i nuovi requisiti, dal prossimo anno sarà comunque più facile ritirarsi a 64 anni.
Vediamo però prima quali sono i requisiti, e perché diventerà più facile il ritiro dal lavoro a 64 anni.
Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Informazione Fiscale.
Pensione a 64 anni dal 2025: ecco i nuovi requisiti previsti
Fino ad oggi si poteva accedere alla Pensione Anticipata Contributiva (ovvero l'uscita a 64 anni) maturando almeno 20 anni di contributi effettivi in regime contributivo.
A partire dal 1 gennaio 2025, però, non sarà più così: il requisito contributivo passerà infatti da 20 a 25 anni. E addirittura da 25 a 30 anni dal 2030. A stabilirlo è un emendamento presentato e approvato nella Manovra di Bilancio 2025.
In poche parole, chi sperava di uscire nel 2025 con soli 20 anni di contributi dovrà maturarne altri 5 per poter uscire prima. E sempre rispettando il requisito dell'importo minimo dell'assegno finale, ovvero 3 volte la pensione sociale (circa 1.600 euro).
Un importo che, come anticipato anzitempo, è praticamente impossibile da raggiungere in soli 20 anni con lo stipendio medio nazionale. Per questo arriva in aiuto dei lavoratori l'opzione "complementare".
Pensione a 64 anni dal 2025 con i fondi complementari
Fortuna vuole che dal 2025 sarà più facile raggiungere l'importo minimo dell'assegno finale, grazie all'accumulo dei contributi previdenziali "complementari", ovvero quelli provenienti dai fondi pensione integrativi.
Come proposta era nell'aria da mesi, anche se riguardava la pensione in generale, e non quella per chi vuole ritirarsi a 64 anni.
Con l'approvazione della misura in sede di Manovra di Bilancio, a partire dal 2025 chi vuole uscire a 64 anni potrà integrare nel proprio montante contributivo i contributi maturati con i fondi previdenziali.
Ricordiamo che il montante contributivo è la somma di tutti i contributi maturati durante la propria carriera. Una volta conclusa la propria attività lavorativa, questo cumulo di contributi verrà trasformato in un assegno mensile attraverso l'applicazione di diversi coefficienti (quello di capitalizzazione, di trasformazione...).
Grazie all'integrazione dei contributi integrativi, i lavoratori potranno arricchire più facilmente il proprio montante, in modo da poter maturare un assegno in linea con l'importo minimo richiesto.
Pensione a 64 anni dal 2025: chi potrà ritirarsi prima?
Con questa nuova stretta sulla Pensione Anticipata Contributiva, stando alla Relazione Tecnica della Ragioneria Generale dello Stato (che accompagna il testo della misura), potranno uscire a 64 anni circa un centinaio di persone all'anno, per un totale di circa 600 persone entro il 2030.
In pratica un flop annunciato fin dagli inizi, addirittura peggiore di quello di altre uscite previdenziali come Opzione Donna e Quota 103, alle quali hanno aderito pochissime migliaia di persone quest'anno.
Purtroppo con i nuovi requisiti chi voleva uscire nel 2025 non avrà altre alternative se non tornare al lavoro e aspettare altri 3 anni per poter così uscire con la Pensione di Vecchiaia.
A meno di non soffrire di malattie disabilitanti come la cecità. In tal caso, anche nel 2025 sarà possibile ritirarsi prima, anche con meno anni contributivi e addirittura molto prima rispetto alla Pensione Anticipata Contributiva o ad altre uscite previdenziali.
Altrimenti, c'è sempre l'opzione Amato, ovvero le deroghe previste per chi ha maturato (almeno) 15 anni di contributi (parecchi) anni fa.