L'acclamata offerta pubblica iniziale (IPO) di Instacart (società di spesa a domicilio) ha regalato un sorriso a numerosi investitori iniziali. Tuttavia, coloro che hanno investito in tempi recenti, durante il picco della pandemia, sono rimasti delusi.
La startup di consegna di generi alimentari ha fissato l'IPO a 30 dollari per azione, risultando in una valutazione iniziale di 9,9 miliardi di dollari. Il valore è salito del 12% durante la prima sessione di trading di martedì, portando la capitalizzazione di mercato di Instacart a oltre 11 miliardi di dollari. Nonostante ciò, il valore dell'azione è notevolmente inferiore rispetto al round di finanziamento del marzo 2021, valutato 38,5 miliardi di dollari.
Le società che hanno guidato il round di finanziamento del 2021 hanno subito perdite non realizzate del 73%. Tra queste, Andreessen Horowitz, D1 Capital, Fidelity, Sequoia e T. Rowe Price. Anche T. Rowe Price e le società di venture Dst Global e General Catalyst, che hanno investito ciascuna 50 milioni di dollari o più, hanno subito perdite non realizzate di almeno il 35%.
Tuttavia, ci sono stati anche vincitori. I partecipanti al round di finanziamento di serie A da 8,5 milioni di dollari nel 2013, hanno visto un guadagno del 14.000%. Tra questi, la società di venture capital Sequoia, che è il maggiore azionista di Instacart, con il 18% della società.
Anche altri importanti investitori, come Canaan Partners, Khosla Ventures e Y Combinator, hanno fornito un finanziamento nel primo anno di attività di Instacart, anche se la loro quota di partecipazione non è chiara. I tre cofondatori di Instacart hanno anche guadagnato dall'IPO, vendendo una parte delle loro azioni. Sorprendentemente, tutti coloro che hanno investito in Instacart durante il round di finanziamento di serie C del 2015 o successivamente, avrebbero ottenuto profitti maggiori investendo nell'indice Nasdaq Composite.
Instacart ha presentato la domanda di ammissione alla quotazione in borsa lo scorso mese, dopo anni di voci. Daniel Sundheim, chief investment officer di D1 Capital, e Ravi Gupta, partner di Sequoia, sono i maggiori azionisti individuali della società. Instacart rappresenta un raro caso di IPO down round, ovvero un'azienda quotata in borsa a una valutazione inferiore a quella ottenuta durante i precedenti finanziamenti privati.
Secondo David Erickson, professore presso la Wharton School of Business, Instacart rappresenta un caso unico, considerando il suo lungo flirt con l'IPO e la sua valutazione depressa. Se il mercato delle IPO deve ripartire, altre aziende dovranno "sentirsi a proprio agio" con valutazioni altrettanto basse rispetto ai prezzi del boom del 2020 e del 2021.
(Redazione)