Il piano industriale del calcio italiano per convincere il Governo sul Decreto Crescita

In questi ultimi anni, precisamente dal gennaio 2020, le società di calcio potevano usufruire di un regime fiscale agevolato per ingaggiare calciatori e allenatori dall'estero, a patto che essi non siano stati residenti in Italia nei due anni precedenti.

Nel dicembre 2023, la prima bozza del nuovo Decreto Milleproroghe ha eliminato queste agevolazioni spaventando le società calcistiche le quali stanno protestando, lamentando il mancato aiuto da parte dello Stato.

In questo contesto, La Gazzetta dello Sport riporta che presidenti e dirigenti di Serie A si raduneranno nei prossimi due mesi per presentare un nuovo piano industriale per cercare di convincere il Governo ad aiutare maggiormente il mondo del calcio. Tra le misure proposte viene citata una distribuzione più equa dei ricavi provenienti dalle scommesse (le quali nel solo anno 2022 hanno creato un volume d'affari di oltre 13 miliardi di euro), oltre alla creazione di un credito d'imposta su infrastrutture e settori giovanili, formula che il patron del Torino Urbano Cairo ha paragonato alla tax credit simile a quella del mondo del cinema. Altri punti si cui le società intendono puntare è la semplificazione delle procedure burocratiche per l'edificazione di nuovi stadi e il contenimento dei costi (sempre più insostenibili) tramite la diminuzione del numero di squadre militanti nei campionati professionistici.

(Redazione)