Il governo italiano potrebbe incassare circa due miliardi di euro, ovvero il 4% del capitale, attraverso la vendita di una quota minoritaria di Eni. In base ai dati di Borsa Italiana, Eni ha una capitalizzazione di mercato di oltre 49,3 miliardi di euro. Questa ipotesi è stata riportata da Bloomberg ed è finalizzata, insieme ad altre privatizzazioni, a ridurre il debito italiano.
Il governo, attraverso il Tesoro e la Cdp, detiene il 32,34% del capitale di Eni. Per non scendere sotto il limite del 30%, potrebbe avvalersi del piano di buyback del gruppo, guidato da Claudio Descalzi. A settembre 2023, Eni ha avviato la seconda tranche di questo piano, con un acquisto massimo approvato di 1,375 miliardi per un massimo di 275 milioni di azioni, ovvero circa l'8% del capitale sociale. Queste azioni verranno annullate senza riduzione del capitale sociale, permettendo al governo di non diluire la propria quota.
L'operazione di buyback doveva concludersi ad aprile 2024, ma Eni ha deciso di anticipare la chiusura. Fino ad ora, ha acquistato complessivamente il 2,25% del capitale per 1.150.000.000 euro. Manca circa 220 milioni per concludere la seconda tranche. La quota di partecipazione del governo dopo l'operazione dipenderà dal numero finale di azioni riacquistate e annullate, ma si stima che possa raggiungere il 34%.
Il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha definito l'ipotesi di privatizzazione come una "buona idea". Il piano di privatizzazioni, infatti, prevede di raccogliere circa 20 miliardi di euro in tre anni. Oltre a Eni, il governo potrebbe cedere quote di altre società di cui è partecipante, come Poste Italiane e Ferrovie dello Stato. Attualmente, è in corso la vendita del 25% del Monte dei Paschi di Siena e di Ita Airways.
(Redazione)
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