Fino a dieci anni fa, la discarica di Galliera era destinata a ricevere rifiuti non pericolosi. Tuttavia, oggi è diventata un luogo che produce energia da fonti rinnovabili grazie all'intervento del Gruppo Hera. Infatti, due impianti sono stati realizzati nell'area che si trova sulla pianura attraversata dal fiume Reno, al confine con la provincia di Ferrara.
Il primo impianto realizzato nel 2008 è stato quello di recupero energetico da biogas. Recente è l'aggiunta di un impianto fotovoltaico sulla copertura sommitale della discarica esaurita. Questo nuovo impianto è composto da 2.498 pannelli fotovoltaici con una potenza totale di circa 1 MW. Si prevede che produca circa 1,37 GWh di energia elettrica all'anno, equivalente al consumo di oltre 500 famiglie. Inoltre, ciò comporta un risparmio di 610 tonnellate di anidride carbonica.
L'energia prodotta dall'impianto fotovoltaico, al netto degli autoconsumi, verrà immessa nella rete elettrica. Da sottolineare che l'impianto di Galliera è il primo sviluppato internamente dal Gruppo Hera, dalla progettazione alla realizzazione. È stato curato dall'unità dedicata alla produzione di energie rinnovabili, in collaborazione con la controllata Heratech per la progettazione e realizzazione delle opere, oltre al supporto di Herambiente per l'integrazione e sinergia con le infrastrutture già presenti.
Inoltre, la discarica di Galliera continua ad ospitare anche l'attività di recupero energetico da biogas. Questa attività è stata avviata alla fine del 2008 e proseguirà fino al primo semestre del 2023. Durante questo periodo, più di 142 GWh di energia elettrica sono stati prodotti e immessi nella rete, al netto degli autoconsumi. Tale quantità di energia copre il consumo annuo di circa 50.000 famiglie.
La discarica di Galliera, che si estende su una superficie di 190.000 metri quadrati, ha smaltito oltre 1,2 milioni di tonnellate di rifiuti non pericolosi prima di ricevere l'ultima fornitura nel 2013. Grazie all'implementazione degli impianti di energia rinnovabile, questa discarica ha ottenuto una seconda vita, contribuendo così alla sostenibilità energetica della zona.
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