Trump contro Biden, anzi Harris
Le aziende coinvolte nella cosiddetta green economy, ovvero quelle attive nel settore della riduzione di emissioni di carbonio e dell'inquinamento, dell'incremento dell'efficienza energetica e delle risorse, della conservazione della biodiversità e dell’ecosistema, sono sotto pressione in vista delle elezioni presidenziali negli USA a novembre.
Le incertezze sono rappresentate dal fatto che Donald Trump era in netto vantaggio sul presidente uscente Joe Biden.
Era, perché la rinuncia di Biden e la discesa in campo della vicepresidente Kamala Harris potrebbe anche cambiare lo scenario. L'analisi di ARK Invest Europe offre uno scenario in parte diverso da quello che il senso comune lascerebbe supporre: l'impatto di una vittoria di Trump potrebbe essere meno impattante del previsto.
Difficile smantellare l'IRA
Prendiamo in esame uno dei principali impegni assunti dal candidato repubblicano: smantellare l'Inflation Reduction Act (IRA), la legge per combattere il cambiamento climatico e sostenere l'impiego di fonti di energia pulita varata il 16 agosto 2022.
Secondo ARK Invest Europe quella di Trump rischia seriamente di essere una delle tante promesse elettorali in quanto l'IRA rappresenta la più grande legge di investimento ambientale nella storia degli Stati Uniti: prevede ben 380 miliardi di dollari di investimenti in green economy, quindi con benefici sparsi su molti soggetti (non per nulla ha ricevuto un appoggio bipartisan).
L'IRA prevede infatti sovvenzioni e crediti fiscali molto popolari soprattutto negli Stati repubblicani con impatto notevole sull'occupazione.
Senza contare il fatto che molti fondi sono già assegnati ai rispettivi progetti: difficile recuperarli e, più in generale, cancellare una legge con benefici tangibili sull'elettorato di entrambi i partiti.
I dazi contro la Cina e le politiche degli Stati
Un elemento peculiare della campagna elettorale di Trump è quello della protezione delle aziende americane, soprattutto dall'assalto di quelle cinesi.
Il tema dei dazi sulle importazioni dalla Cina è importante in quanto potrebbe sostenere il settore dei produttori di pannelli solari a discapito dei prodotti cinesi, molto competitivi in quanto fortemente sovvenzionati dallo Stato.
ARK Invest Europe ricorda infine che, anche qualora le politiche a livello federale dovessero diventare meno favorevoli alla green economy, le iniziative a livello dei singoli Stati non verranno meno: California e New York ad esempio hanno obiettivi green molto aggressivi (100% energia pulita entro il 2045 e 70% entro il 2030 rispettivamente).
Indipendentemente da chi sarà il nuovo inquilino della Casa Bianca i progressi nel settore andranno avanti.