Google accusata di evasione fiscale

28/06/2024 12:36

Google accusata di evasione fiscale

Indice dei contenuti

  1. Le indagini su Google
  2. Il caso Netflix

Google è nuovamente sotto indagine fiscale in Italia. Dopo aver pagato 306,6 milioni di euro per un'affermazione di evasione fiscale nel 2013, la società è ora accusata di evadere circa un miliardo di euro in imposte. Il caso è stato avviato dall'Agenzia delle Entrate italiana, sostenuto da indagini condotte dal Nucleo economico-finanziario della Guardia di Finanza di Milano. 

Le indagini su Google

Secondo queste indagini, Google avrebbe una cosiddetta "stabile organizzazione immateriale" in Italia, una forma di presenza aziendale che, come dimostrato dal caso di Netflix nel 2022, può essere soggetta a tassazione. Netflix aveva dovuto pagare all'Italia circa 55,8 milioni di euro per questo motivo. Ora, si sospetta che altre aziende online possano essere nello stesso scenario. In particolare, le indagini su Google si concentrano sulle royalty pagate dalla controparte irlandese dell'azienda, che ha una presenza stabile in Italia. 

Il caso Netflix

Per capire meglio la situazione, è utile guardare al caso precedente di Netflix. Nel maggio 2022, Netflix ha raggiunto un accordo con il Fisco italiano, pagando 55,8 milioni di euro per chiudere la disputa fiscale riguardante l'omessa dichiarazione di una stabile organizzazione occulta in Italia. Questa è la prima volta che viene contestata la presenza di una stabile organizzazione occulta a un'azienda senza dipendenti nel paese in questione, ed è stato quindi un caso significativo. Uno degli aspetti chiave di questa decisione è stata la perdita di importanza della presenza fisica nella determinazione di una stabile organizzazione occulta. 

Nel caso di Netflix, le indagini si sono concentrate sulla rete tecnologica esclusiva dell'azienda. In particolare, è stato dimostrato che la piattaforma di streaming utilizzava oltre 350 server situati in Italia per gestire tutto il suo traffico video. Questo ha portato alla decisione di classificare l'infrastruttura italiana di Netflix come "stabile organizzazione materiale", dimostrando che anche una rete di server, sebbene tecnicamente immateriale, può essere essenziale per le operazioni aziendali. 

Questo concetto di "stabile organizzazione materiale" è stato introdotto per la prima volta nel 2019, sostenendo che nonostante la sede legale di Netflix International BV sia nei Paesi Bassi, aveva una "sede fissa di affari" in Italia. L'indagine ha dimostrato che gli asset utilizzati in Italia da Netflix - cavi, fibre ottiche, computer, server e algoritmi - rientravano in questa definizione. 

L'indagine ha anche rivelato che Netflix aveva omesso di dichiarare basi imponibili Ires e Irap e non aveva effettuato né versato ritenute sulle royalty pagate alla consociata estera con sede alle Isole Cayman, titolare dei diritti di sfruttamento della proprietà intellettuale del gruppo per tutto il mondo.

(Redazione)

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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