Gas vicino a una rottura ribassista: ottime notizie per gli utenti

21/02/2024 19:24

Gas vicino a una rottura ribassista: ottime notizie per gli utenti

Gas in caduta libera

Ottime notizie per i cittadini che pagano la bolletta del gas (ovvero tutti, direttamente o indirettamente), ma anche per quelli (e sono sempre gli stessi) che pagano quella della luce dato che gran parte dell'energia elettrica prodotta in Italia nasce in centrali alimentate a gas.

Il prezzo della materia prima continua infatti a perdere terreno: ieri ha toccato a 23,295 euro/megawattora il minimo dall'inizio del giugno scorso ed è ormai a un passo da 22,855, ovvero il livello più basso raggiunto dopo le crisi del 2022.

Analizzando il grafico con gli strumenti forniti dall'analisi tecnica possiamo osservare che una chiusura di seduta inferiore al supporto citato creerebbe i presupposti per ulteriori approfondimenti con primo obiettivo sui 15,485, minimi di febbraio-marzo 2021.

Gas: un quadro in via di normalizzazione

Siamo ancora ben lontani dai livelli visti nella primavera 2020, ovvero 3-4 euro/megawattora, quando la domanda crollò in seguito al brusco stop dell'attività economica imposto dall'emergenza Covid.

Ma lo siamo anche dai 350 circa toccati nel 2022 dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia con tutto lo strascico di sanzioni e rappresaglie che portarono all'interruzione delle esportazioni di gas russo verso l'Europa. Nel complesso si tratta di un quadro in via di normalizzazione per gli utenti, favorito anche dal secondo inverno consecutivo con temperature ben superiori alle medie storiche.

Produttori USA in difficoltà

Lo scenario è invece meno roseo per i produttori di gas americani.

Oggi la materia prima ha messo a segno un rimbalzo di circa il 10% in scia all'annuncio da parte di Chesapeake Energy (che a breve diverrà il principale produttore USA grazie all'incorporazione di Southwestern Energy) dell'intenzione di ridurre la stima di produzione 2024 di ben il 30%. Il colosso del settore ha deciso di reagire in questo modo al recente affondo del gas naturale americano sui minimi da tre anni e mezzo.
Tenendo conto dell'inflazione i livelli raggiunti negli ultimi giorni sono i più bassi da circa 30 anni.

Le quotazioni risentono di alcuni fattori particolarmente sfavorevoli. Il primo, già ricordato sopra, è l'estrema mitezza dell'inverno con conseguente riduzione della domanda.

Altro elemento negativo è rappresentato dai grandi investimenti per aumentare la capacità produttiva effettuati tra il 2022 e il 2023. Infine il rialzo dell'offerta causato dal cosiddetto APG, il gas estratto insieme al petrolio: questo gas tende ad aumentare quando i pozzi di petrolio si avvicinano all'esaurimento.

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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