Filosofia: il pensiero critico
A cosa serve la filosofia?
A fare in modo che la persona non si accontenti della mediocrità del mondo che la circonda, ma sia stimolata ad elaborare un pensiero critico.
Certo, la filosofia non è un qualcosa di materiale né tangibile e quindi, le persone più pratiche, potranno sostenere che non serve a nulla.
Del resto, lo diceva anche Aristotele, uno dei massimi filosofi che la storia ci abbia consegnato.
L’elaborazione del pensiero critico serve per riuscire a comprendere (o cercare di farlo) le dinamiche dell’esistenza e il senso della vita.
La curiosità del sapere e della conoscenza costituiscono la molla che spinge (o dovrebbe spingere) le persone a porsi costantemente delle domande al fine di avere una visione globale più ampia e completa del quotidiano vivere.
Filosofia e denaro, hanno qualcosa in comune?
Aristotele, riferendosi al denaro, evidenziava come, l’ossessione per la ricerca della ricchezza conduce inevitabilmente ad un allontanamento da quello che dovrebbe essere il reale obiettivo di ogni essere umano, ovvero la ricerca di una vita qualitativamente “buona”.
Finanza: il denaro non dorme mai
Quando si parla di finanza si fa riferimento a tutti quei processi inerenti alle scelte di investimento e finanziamento.
Anche la finanza, quindi, nella sua visione asettica, non ha una valenza pratica; proprio come la filosofia.
Se ampliamo il raggio d’azione, però, estendendo la valutazione ad un ambito secondario, possiamo riscontrare come, la finanza, avendo a che fare con la gestione del denaro, produca effetti materiali di rilevante importanza.
La finanza prende in considerazione le migliori scelte e percorsi sia che si parli di finanziamento che di investimento: il fine, quindi, è quello di trovare la soluzione più efficiente e profittevole per la gestione del denaro.
Soldo chiama soldo e l’obiettivo è quello di accumulare denaro da destinare alle attività più disparate.
Il denaro, però, è un qualcosa di materiale e tangibile.
Filosofia e finanza: cosa hanno in comune?
Due mondi così distanti; eppure, con qualche punto in comune.
Sia la filosofia che la finanza si basano sul pensiero e sul pensare.
Porsi delle domande, cercare delle risposte per trovare nel primo caso, la migliore qualità della vita e, nel secondo caso, la migliore soluzione per la gestione del denaro.
Che il pensiero sia astratto o concreto, l’importanza sta nel fatto che costituisce uno stimolo per la crescita individuale e collettiva.
Inoltre, se la finanza può essere vista come qualcosa di demoniaco dal filosofo, è pur vero che essa contribuisce all’evoluzione del mondo (se in meglio o in peggio è valutazione strettamente personale) e quindi anche al raggiungimento di uno status di vita qualitativamente migliore.
Se i soldi non fanno la felicità, di certo aiutano.
E, se lo scopo di ogni individuo deve essere quello di raggiungere un buon livello qualitativo della propria vita, ecco che filosofia e finanza, così distanti tra loro proprio non sono.