Il petrolio arretra su livelli precedenti l'attacco di Hamas
Petrolio in arretramento: il greggio tocca i minimi da venerdì scorso ovvero precedenti il balzo di lunedì in scia agli eventi del fine settimana in Israele.
Al momento il future dicembre sul Brent segna 85,55 $/barile, il future novembre sul WTI 83,45 $/barile. I due derivati avevano toccato lunedì mattina quota 89,00 e 87,23 rispettivamente. La correzione odierna è probabilmente causata dalla mega-fusione tra ExxonMobil Corporation e Pioneer Natural Resources annunciata stamattina.
ExxonMobil acquisisce Pioneer e diventa n° 1 nel Permian Basin
Si tratta in verità dell'acquisizione di Pioneer da parte di ExxonMobil.
Quest'ultima non ha bisogno di presentazioni: è la seconda compagnia petrolifera al mondo per capitalizzazione di mercato (oltre 420 miliardi di dollari) dopo Saudi Aramco (2200 miliardi di dollari). Pioneer è il principale operatore del Permian Basin, un bacino sedimentario che si estende nel sud ovest degli USA tra Nuovo Messico e Texas (9% secondo gli analisti di RBC, contro il 6% di ExxonMobil).
É il principale campo petrolifero degli Stati Uniti con 5,77 milioni di barili al giorno, circa il 40% del totale.
Nell'area viene prodotto anche il 15% di tutto il gas del Paese (23,73 miliardi di piedi cubi al giorno). Pioneer ha raggiunto le dimensioni attuali grazie ad alcune acquisizioni condotte negli ultimi anni come quella da 7,6 miliardi di dollari di Parsley Energy nel 2020 e quella da 6,4 miliardi di dollari di DoublePoint Energy nel 2021.
Un'operazione da 60 miliardi di dollari...
Si tratta di un'operazione interamente in azioni (gli azionisti Pioneer non riceveranno denaro ma azioni ExxonMobil) del valore di quasi 60 miliardi di dollari ovvero 253 dollari per azione (+18% rispetto al prezzo di chiusura del 5 ottobre, ovvero prima che iniziassero a circolare i rumor sull'operazione) con un rapporto di 2,3234 azioni ExxonMobil per ogni azione Pioneer.
...che aumenterà l'offerta di petrolio
Ma cosa c'entra l'acquisizione di Pioneer da parte di ExxonMobil con il calo del prezzo del petrolio? L'operazione permetterà al colosso di aggiungere circa 700 mila barili al giorno alla sua produzione nel Permian Basin portandola a 1,3 milioni.
Le sinergie della fusione portano a stimare una crescita a 2 milioni nel 2027. In definitiva quindi la conseguenza finale, anche se non immediata, sarà un aumento dell'offerta di petrolio: è pertanto inevitabile che il prezzo subisca pressioni al ribasso.