**A cura del team degli economisti di Schroders.** La crescita dell'Eurozona si presenta sbilanciata, rendendo improbabile il raggiungimento delle performance economiche precedentemente previste e suggerendo un'inflazione persistente. Ci aspettiamo che la Banca Centrale Europea (Bce) continui a ridurre i tassi d'interesse nei prossimi mesi, ma riteniamo che le previsioni di un tasso del 2% nel prossimo anno siano eccessivamente ottimistiche. Abbiamo rivisto al ribasso le nostre stime di crescita del Pil dell'Eurozona, ora fissate allo 0,8% per quest'anno e all'1,3% per il 2025, rispetto alle precedenti stime dello 0,9% e dell'1,8%.
Nel breve termine, il PMI composito dell'Eurozona è sceso a una media di 50,7 a luglio e agosto, rispetto al 51,5 del secondo trimestre, indicativo di un rallentamento della crescita del Pil a circa lo 0,2% su base trimestrale nel terzo trimestre. I dettagli del PMI rivelano una crescita disomogenea: mentre i settori orientati ai consumatori mostrano buone performance, l'economia si trova di fronte a una crescita a due velocità, con il settore manifatturiero in difficoltà. Parte di questa debolezza è ciclica, legata alla ripresa post-recessione, ma non è l'unica causa. I solidi PMI dei servizi indicano che la domanda interna non è debole, ma il comparto manifatturiero europeo sta perdendo competitività rispetto all'Asia, a causa di alti costi energetici e del lavoro.
La situazione è particolarmente critica per l'economia tedesca, che prevediamo crescerà solo dello 0,1% quest'anno, con un miglioramento atteso fino all'1% nel 2025. La domanda interna sarà il motore della ripresa, sostenuta da una spesa delle famiglie relativamente forte grazie ai bassi tassi di disoccupazione che hanno supportato la crescita salariale.
I consumatori hanno anche beneficiato di un incremento dei redditi reali, grazie ai cali dell'inflazione negli ultimi diciotto mesi. Tuttavia, l'inflazione non sembra destinata a scendere ulteriormente. Nel secondo trimestre, l'inflazione headline è scesa leggermente, passando dal 2,4% al 2,3%, ma l'inflazione core è rimasta stagnante sotto il 3%. Ci sono segnali che indicano un raffreddamento nella crescita salariale, rendendo difficile una significativa ulteriore diminuzione dell'inflazione core.
Dopo aver ridotto i tassi di 25 punti base nella riunione di giugno, la Bce ha espresso l'intenzione di continuare un allentamento graduale della politica monetaria. Prevediamo che il Consiglio direttivo procederà a ulteriori tagli di 25 punti base per quattro volte, a cadenza trimestrale, concludendo il ciclo di allentamento a metà del 2025. Questo porterebbe i tassi di rifinanziamento e di deposito a livelli relativamente restrittivi, rispettivamente al 3,25% e al 2,75%, superiori di 25 punti base rispetto alle stime precedenti e ben al di sopra delle attuali aspettative di mercato, che anticipano una discesa dei tassi fino al 2%.
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