Fine 2022 deludente per Eni
Massiccia flessione per Eni con il titolo sui minimi da fine 2022 dopo la pubblicazione dei risultati dello scorso esercizio (prima dell'apertura del mercato) e del piano al 2026 (a metà seduta).
Azioni in rosso già dalle prime battute a causa della delusione di operatori e investitori sui dati del quarto trimestre 2022.
L'utile operativo adjusted si è fermato a 3,59 miliardi di euro, in calo del 6% rispetto allo stesso periodo del 2021 ma soprattutto inferiore ai 3,74 miliardi del consensus.
Sotto le attese anche la produzione di idrocarburi a 1,617 milioni boe (barile equivalente di petrolio, misura utilizzata per sintetizzare in un unico indicatore la produzione di petrolio e gas) al giorno contro 1,63.
Esercizio 2022 eccellente grazie al boom di gas e petrolio
L'intero 2022 è però andato in archivio con risultati eccellenti e in forte crescita: l'utile netto adjusted si è infatti attestato a ben 13,3 miliardi di euro, più che triplicato rispetto ai 4,3 del 2021, approfittando del balzo delle quotazioni di petrolio e gas causato dalla guerra Russia-Ucraina e dalle sanzioni contro Mosca decise dal blocco occidentale.
Ricordiamo che il brent ha toccato i massimi dal 2008 a circa 135 dollari/barile (ora quota circa 82), mentre il gas ha fatto segnare un record assoluto a quasi 350 euro/MWh (ora quota circa 50).
I target operativi e finanziari del nuovo piano
Il titolo ha accelerato al ribasso a metà seduta in contemporanea con la pubblicazione del piano strategico 2023-2026.
Tra i target operativi il più significativo ci sembra quello della produzione prevista in crescita a un tasso medio annuo del 3-4% fino al 2026, contro il 3% del precedente piano al 2025.
Passando agli obiettivi finanziari, il CFFO (flusso di cassa operativo) prima del capitale circolante nel 2023 è atteso a oltre 17 miliardi di euro e oltre 69 miliardi nel corso del piano (55 miliardi nel precedente piano) e il CAPEX a 9,5 miliardi (37 nell'arco di piano), oltre il 15% sopra il piano precedente in dollari (7 miliardi di euro annui medio fino al 2025, 7,7 nel 2022).
La politica di remunerazione cambia e spiazza il mercato
Il mercato è stato probabilmente spiazzato dalla nuova politica di remunerazione degli azionisti, ora basata sul CFFO: il 25-30 per cento sarà distribuita in dividendi e buyback.
La cedola 2023 sale a 0,94 euro per azione (0,88 l'anno scorso) in quattro rate primestrali con buyback di 2,2 miliardi di euro (1,1 miliardi l'anno scorso).