Eni ha avviato la vendita di circa il 10% del suo capitale tramite un processo di accelerated bookbuilding. Le azioni in vendita non rientrano nel patto parasociale tra Eni e Cdp Equity, che non subirà modifiche.
La controllata Saipem
Rimane invariato anche il controllo condiviso su Saipem. Attualmente, Eni detiene circa il 31% delle azioni ordinarie di Saipem, di cui circa il 18,70% sono liberamente trasferibili e non sindacate.
Le banche coinvolte nell'operazione
La vendita sarà destinata a investitori istituzionali. Il collocamento sarà gestito da un consorzio di banche composto da Citigroup, Goldman Sachs International, Intesa Sanpaolo, Natixis e UniCredit, che agiranno come joint global coordinators e joint bookrunners.
Come parte di questa operazione, Eni si è impegnata con i joint bookrunners a non vendere ulteriori azioni di Saipem sul mercato per un periodo di 180 giorni senza il loro consenso, a meno di specifiche esenzioni, secondo le consuetudini di mercato. Questa mossa segnala l'intenzione di Eni di gestire con attenzione i propri asset e di sostenere il valore delle sue azioni, garantendo allo stesso tempo un ampio margine di manovra per futuri investimenti.
Titoli a Piazza Affari
Per quanto riguarda la performance in borsa, Eni ha aperto la seduta del 12 giugno sopra ai 14 euro per azione, registrando un incremento dello 045% circa. Saipem, al contrario, dopo il -4 di ieri, ora sta registrando una flessione superiore al mezzo punto percentuale con un valore per azione di 2,048 euro, portando la capitalizzazione di mercato a 4,12 miliardi di euro.
(Redazione)