Energia in fibrillazione con guerra Israele-Hamas (e non solo)

09/10/2023 17:57

Energia in fibrillazione con guerra Israele-Hamas (e non solo)

Hamas attacca, fuga dal rischio

I terroristi di Hamas lanciano un attacco mai visto prima contro Israele e gettano scompiglio sui mercati finanziari. In realtà le Borse stanno assorbendo il colpo senza particolari sussulti, così come l'euro che subisce in minima parte la ricerca di sicurezza degli operatori verso il dollaro.
Effetti più consistenti sull'obbligazionario dove i rendimenti eurozona a dieci anni sono in calo di 10-15 punti base. Indicazioni simili per il T-Note americano. Anche in questo caso si tratta dell'effetto della voglia di restare lontani dagli asset più rischiosi. Lo schema si ripete con l'oro che rimbalza dai recenti minimi da febbraio marzo e sale sui massimi da fine settembre.

Petrolio in recupero, manovra USA a rischio

Il conflitto in Medio Oriente sta provocando anche un deciso aumento dei prezzi delle materie prime del settore energia, ovvero petrolio e gas.

Per quanto riguarda il greggio osserviamo che il future dicembre sul Brent segna circa 88 $/barile, mentre il future novembre sul WTI si attesta a 86,30 $/barile. Entrambi erano reduci da flessioni molto consistenti (intorno al 10%) rispettivamente in area 84 e 82 (minimi da fine agosto) dopo aver toccato i massimi da fine 2022 (sui 95 circa).

Gli acquisti sul petrolio sono determinati dagli effetti che il conflitto potrebbe avere sulla manovra di riavvicinamento di Israele all'Arabia Saudita condotta dagli Stati Uniti.

Washington propone a Riyad un accordo sulla difesa in cambio di una normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi dell'area mediorientale e anche, secondo le indiscrezioni, della promessa di un aumento della produzione di petrolio durante l'anno prossimo. L'attacco di Hamas potrebbe rimettere tutto in discussione.
Inoltre si discute del possibile coinvolgimento dell'Iran: conferme in tal senso potrebbero portare a sanzioni come un nuovo bando alle esportazioni di petrolio iraniano.

Ma è il gas che sale di più

Ma il balzo di volatilità più grande si registra sul gas: il Dutch TTF Natural Gas Future novembre segna 43,22 euro/MW, +13,1% rispetto alla chiusura della seduta precedente (38,231).

In questo caso l'attacco di Hamas è responsabile solo in parte. Israele ha fermato per ragioni di sicurezza l'attività dell'impianto offshore Tamar, una delle principali fonti di approvvigionamento per il Paese e non solo dato che il gas prodotto viene esportato anche in Egitto e Libano. Israele dovrà quindi acquistare gas altrove, creando pressioni aggiuntive sulla domanda.

Ma c'è anche un altro elemento di criticità: oggi i sindacati australiani hanno dato un preavviso di sette giorni prima di avviare nuovi scioperi presso i siti Wheatstone e Gorgon gestiti da Chevron.

Il gruppo si è detto fiducioso di evitare problemi alla produzione ma, considerando che i due stabilimenti coprono il 6% della produzione di gas mondiale ogni incertezza che li riguarda si traduce in un balzo delle quotazioni.

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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