Enel continua ad avanzare verso un business più efficiente e profittevole, come delineato dal piano strategico presentato nel novembre precedente. Questa tendenza è evidenziata dai risultati di metà 2024 - il primo anno di attuazione del piano - che vedono un incremento sia dei margini che dell'utile netto, e un debito in calo, rispetto allo stesso periodo del 2023. Nello specifico, l'Ebitda ordinario è salito a 11 miliardi circa (+8,8%), l'utile netto che sfiora i 4 miliardi (+20,6%) e il debito è sceso a 57,4 miliardi, il livello più basso dal 2021.
I risultati
Questi risultati positivi vengono confrontati con lo stesso periodo del 2023, quando i prezzi dell'energia erano ancora molto alti. Tale situazione, unita al calo della produzione nelle centrali termoelettriche e della vendita finale, ha provocato una riduzione dei ricavi del 17,8%, che sono scesi a 38,7 miliardi. L'unico dato negativo. Ma, ciò nonostante, le rinnovabili, insieme alle reti, si sono confermate il motore della redditività della società. La produzione a zero emissioni ha raggiunto l'84% del totale, undici punti percentuali in più rispetto all'anno precedente.
L'opinione dei vertici
L'AD Flavio Cattaneo e il CFO Stefano De Angelis hanno voluto sottolineare i risultati finanziari, che hanno rappresentato un punto debole per Enel negli anni passati. Nel 2024, la società ha proseguito il piano di cessioni, tra cui un portafoglio rinnovabile negli Stati Uniti, le attività di distribuzione in alcuni comuni lombardi e la generazione in Perù. Inoltre, Enel ha annunciato la vendita a Masdar, operatore di energie rinnovabili, del 49,99% del veicolo che detiene gli impianti fotovoltaici in Spagna. Considerando anche le operazioni non ancora finalizzate, il debito "pro forma" di Enel scenderebbe a circa 55 miliardi, con un rapporto con l'Ebitda di 2,4 volte.
Gli ostacoli
Nonostante l'ottimismo, ci sono due incognite principali. La prima è il mercato finale, dove il tasso di abbandono è elevato, ma su cui Cattaneo ha detto di vedere segnali incoraggianti. La seconda riguarda le questioni regolatorie. In Spagna, gli operatori chiedono chiarezza sul quadro delle reti. In Italia, invece, si attende l'evoluzione del discusso decreto sulle aree idonee per lo sviluppo delle rinnovabili. Secondo Cattaneo, questo potrebbe rendere possibili ulteriori investimenti, ma l'effetto dipenderà dalle decisioni delle singole Regioni.
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(Redazione)