Il Prodotto Interno Lordo (PIL) italiano resta invariato rispetto a giugno, nel frattempo l'inflazione continua il suo processo di rientro con un +5,9% su base annua. I consumi, invece, segnano un calo dello 0,6% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.
La nostra economia sta subendo un rallentamento significativo, nonostante il mercato del lavoro stia andando bene e l'inflazione stia diminuendo. Questo è evidenziato dalla stima dell'Ufficio Studi Confederale nella sua ultima edizione di Congiuntura Confcommercio. Per il secondo trimestre del 2023, si prevede una crescita congiunturale di soli lo 0,1% e l'inizio del terzo trimestre non sembra mostrare segni di ripresa. Il picco di produzione industriale registrato a maggio dovrebbe essere interpretato come un fatto episodico piuttosto che l'inizio di una fase particolarmente dinamica.
Ci sono anche segnali di rallentamento sugli investimenti da parte delle imprese a causa della diminuzione della domanda e delle difficoltà nel settore del credito. Il calo della domanda è confermato dalla riduzione dello 0,6% annuo riscontrato a giugno dall'Indicatore Consumi Confcommercio (ICC), risultato della diminuzione della domanda di beni (-1,5%) e dell'incremento di quella di servizi (+1,5%), che mostra comunque segni di rallentamento.
Tra i beni, sembra rallentare il recupero della domanda per le autovetture (+4% tendenziale), mentre la classifica delle diminuzioni è guidata da energia elettrica (-9,4%), mobili (-3,4%), alimentari (-2% tendenziale) e vestiario e calzature (-1,6%).
Riguardo al PIL, per luglio, l'Ufficio Studi segnala un'assenza di variazione rispetto a giugno e una crescita dello 0,7% su base annua. Anche l'inflazione non mostra variazioni congiunturali, ma registra un aumento del 5,9% su base annua, con i primi modesti miglioramenti anche per i prezzi degli alimentari.
In conclusione, l'Ufficio Studi sottolinea come l'attuale situazione economica, con la presenza sia di elementi positivi che negativi, anticipi diversi trimestri di crescita molto esigua. In uno scenario sfavorevole, l'economia italiana potrebbe occasionalmente attraversare periodi di moderata recessione.
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