Il 30 gennaio, il Fondo Monetario Internazionale rilascerà il nuovo "World Economic Outlook", il suo periodico rapporto di analisi e previsioni economiche. Dai dati pubblici disponibili, emerge che nel 2023 la Russia ha registrato una crescita economica di oltre il 3%, superando l'area euro che è rimasta ben al di sotto dell'1%. Si prevede inoltre che la stessa Russia riceverà una delle revisioni al rialzo più favorevoli per le previsioni economiche di quest'anno, mentre la crescita europea potrebbe essere rivista al ribasso. Questi andamenti ci fanno domandare se Vladimir Putin abbia vinto la sua scommessa, dimostrando che la sua nazione è più resistente delle sanzioni occidentali e dell'Europa stessa.
Economia Russa
Basandomi su statistiche russe, analisi di esperti e testimonianze interne, ho provato a far luce sulla realtà economica russa. La conclusione è doppia. In primo luogo, i governi occidentali e i commentatori (me incluso) hanno sovrastimato l'impatto delle sanzioni due anni fa e successivamente molti paesi hanno scelto di applicarle in maniera più lassista. In secondo luogo, nonostante Putin sia in uno stato d'animo trionfale, l'economia russa rimane fragile. Dietro numeri apparentemente robusti, si celano tensioni e crepe di un sistema che, nel lungo periodo, rischia di collassare.
Boom dei titoli bellici
La crescita economica della Russia è in gran parte attribuibile al boom dei settori di guerra sussidiati dal governo, mentre i settori pacifici e sostenuti solo dal mercato sono in declino. Rosstat, l'agenzia statistica di Mosca, nel suo ultimo rapporto mensile sulla "situazione socio-economica" del paese, ha rivelato che la produzione di beni in metallo (esclusi macchinari e strumenti, quindi principalmente armi e munizioni) è aumentata dell'11,8% nell'anno fino a ottobre 2023. Allo stesso tempo, i settori civili come la lavorazione del legno e l'editoria hanno subito un forte calo.
La crescente dipendenza della Russia dai sussidi pubblici per sostenere lo sforzo bellico, finanziati dal petrolio e dal gas, sta dando forma a un'economia duale e fratturata. Le imprese di pace vengono sempre più tassate per alimentare quelle di guerra. Questo spiega anche la differenza salariale tra i lavoratori dei settori militari e civili: un operaio del settore militare guadagna circa un terzo in più rispetto a uno con competenze simili nei settori civili.
Impatto economico del conflitto con Ucraina
Il crescente coinvolgimento dei russi nel conflitto in Ucraina ha anche un impatto economico. I contratti di volontariato nell'esercito offrono condizioni economiche allettanti. Ad esempio, un soldato volontario guadagna circa il doppio rispetto a un lavoratore impiegato in fabbriche del complesso militare-industriale.
Tuttavia, il costo della guerra è elevato. Gli economisti Alexandra Prokopenko e Alexander Kolyandr stimano che il governo russo abbia dovuto pagare circa 5 miliardi di euro alle famiglie dei soldati morti e 10 miliardi ai soldati feriti. Questi pagamenti rappresentano quasi l'1% del PIL russo e il 3% del bilancio pubblico.
A causa dell'invio di forze in Ucraina e della fuga all'estero di molti russi, la forza lavoro disponibile per le imprese è sempre più limitata. Questo, unito alla crescente inflazione (7,5% medio nel 2023) e ai tassi d'interesse molto alti mantenuti dalla Banca Centrale di Mosca (16%), sta creando una situazione di surriscaldamento economico.
Cosa si prevede per il futuro dell'economia Russa
La Russia sta diventando sempre più dipendente dalla spesa pubblica, con la spesa per la difesa che rappresenterà il 6% del PIL nel 2024. Questa situazione di squilibrio economico non può essere sostenuta a lungo. Per coprire il bilancio del 2024, come scrive Alexandra Prokopenko, la Russia avrebbe bisogno di vendere il petrolio a 70 dollari al barile, cosa che al momento sembra difficile a causa dello sconto del greggio degli Urali sul mercato mondiale. Pertanto, la capacità della Russia di sostenere economicamente lo sforzo bellico nel lungo termine non è garantita.
(Redazione)