La compagnia aerea britannica low-cost easyJet sembra aver superato la crisi pandemica, come dimostra l'imponente accordo per l'acquisto di 157 aerei A320neo, con un'opzione per altri 100, da consegnarsi tra il 2028 e il 2034. Il vettore ha inoltre deciso di modificare un precedente ordine di 35 A320neo, optando per gli A321neo più capienti, al fine di soddisfare l'alta domanda di viaggi. Questo nuovo ordine porta a 315 il numero di aerei che Airbus, la casa produttrice con sede a Tolosa, dovrà consegnare a easyJet entro il 2034. L'investimento, del valore stimato di 20 miliardi di dollari, attende l'approvazione da parte degli azionisti della compagnia aerea. "Questo ci permetterà di espandere la flotta di easyJet con aerei più efficienti e di migliorare la sostenibilità", ha dichiarato l'amministratore delegato Johan Lundgren durante una conferenza stampa.
Oltre a questo significativo investimento, la compagnia si è dichiarata pronta a riprendere la distribuzione di dividendi agli azionisti a partire dal 2023. Nel frattempo, ha fornito un aggiornamento sull'andamento del business nell'anno fiscale conclusosi il 31 settembre (i dati del bilancio saranno resi noti il 28 novembre): la domanda rimane alta, con una crescita dell'8% nell'ultimo trimestre, e un utile annuo stimato tra 440 e 460 milioni di sterline. EasyJet ha anche fissato un obiettivo di medio termine di un miliardo di sterline di utile. Tuttavia, il titolo in borsa ha registrato un calo del 3,6% dopo l'annuncio dell'ordine di nuovi aerei.
Per quanto riguarda la stagione invernale, il CEO prevede una domanda ancora elevata, nonostante le preoccupazioni di una possibile recessione economica. Ha inoltre assicurato che eventuali variazioni nei costi del carburante saranno bilanciate dalla politica di hedging adottata dalla compagnia.
Nel frattempo, la compagnia aerea, che ha temporaneamente sospeso i voli verso Israele, ha espresso il desiderio di riprendere le operazioni verso Tel Aviv il prima possibile, anche se non è ancora chiaro quando questo sarà possibile. Il traffico verso altre destinazioni, come Egitto e Turchia, non sembra essere stato influenzato dalla situazione in Israele.
(Redazione)