Duro anzi durissimo il colpo subìto da Cisco Systems a causa dei lockdown cinesi, che costringono il colosso Usa delle infrastrutture di rete a presentare risultati contrastati per il trimestre più recente ma, soprattutto, a rivedere al ribasso la guidance per quello in corso.
“Non avevamo un piano per la chiusura di un Paese”, ha ammesso il chief executive e chairman Chuck Robbins, riferendosi al fatto che l'intero terzo trimestre di Cisco, terminato lo scorso 30 aprile, sia stato condizionato dal blocco della supply chain globale causato dalle restrizioni imposte in Cina (oltre che, ovviamente, dalla guerra in Ucraina, costata 200 milioni di dollari finora).
Duro il colpo dei lockdown cinesi per Cisco Systems
Wall Street, però, non è stata clemente con Cisco e non a caso il titolo crolla di oltre il 13% in premarket, dopo che la seduta di mercoledì si era chiusa già con un declino del 4,43% (in linea con il sell-off del 4,73% del Nasdaq Composite).
Robbins ha sottolineato che proprio il fatto che il trimestre di Cisco sia terminato a fine aprile sia stato il fattore discriminante di una performance peggiore rispetto a quella di aziende i cui trimestri si erano chiusi invece a fine marzo.
Un mese solo che ha fatto però una bella differenza. I primi lockdown in Cina erano stati in febbraio, a Shenzhen, ma quando anche Shanghai il 27 marzo è stata bloccata la capacità di Cisco di ottenere componentistica è stata azzerata. "Abbiamo perso 200 milioni di dollari in Russia e poi abbiamo 300 milioni da attribuire alla nostra incapacità di ottenere alimentatori dalla Cina", ha aggiunto Robbins.
Cisco crolla al Nasdaq.
Trimestre frenato da lockdown cinesi
Nel terzo trimestre dell'esercizio 2022 Cisco ha registrato profitti netti in crescita da 2,86 miliardi di dollari, pari a 68 centesimi per azione, a 3,04 miliardi, e 73 centesimi. Su base rettificata l'eps è salito da 83 a 87 centesimi, in linea con il consensus di FactSet.
I ricavi sono invece aumentati marginalmente da 12,80 a 12,83 miliardi, contro i 13,37 miliardi stimati dagli analisti. Le vendite della divisione Secure, Agile Networks sono cresciute del 4% annuo a 5,87 miliardi di dollari, contro i 6,10 miliardi del consensus. Collaboration (il business dello smart working) ha invece segnato una flessione del 6% annuo a 1,31 miliardi, contro gli 1,13 miliardi stimati dagli analisti.
Complessivamente le vendite di prodotto sono salite del 3% contro il calo dell'8% di quelle nei servizi (in entrambi i casi comunque sotto al consensus).
Cisco peggiora la guidance su impatto dei lockdown cinesi
E Cisco per l'attuale trimestre prevede ricavi compresi tra 12,1 e 12,7 miliardi, contro i 13,9 miliardi del consensus di FactSet.
"Abbiamo continuato a vedere una solida domanda per le nostre tecnologie e la nostra trasformazione aziendale sta procedendo bene", ha sottolineato Robbins. "Sebbene i lockdown in Cina e la guerra in Ucraina abbiano avuto un impatto sulle nostre entrate nel trimestre, i driver fondamentali della nostra attività sono forti e rimaniamo fiduciosi a lungo termine", ha aggiunto.
Fiducia non condivisa dal mercato. Già il mese scorso, ricorda la Cnbc, gli analisti di Citigroup avevano indicato che la concorrenza stava erodendo la quota di mercato di Cisco negli switch (dispositivi di rete che collegano altri dispositivi all'interno di un network).
Fonte: FTA Online