PIL in calo su base trimestrale
PIL italiano in contrazione a sorpresa nel secondo trimestre. In base ai dati comunicati stamattina dall'Istat la stima preliminare del prodotto interno lordo ha fatto segnare una variazione pari a -0,3% rispetto al primo trimestre dell'anno e del +0,6% (decimo dato positivo consecutivo) sul secondo del 2022.
Si evidenzia un netto rallentamento dopo le rilevazioni del primo trimestre pari a +0,6% t/t e +1,9% a/a. Ma l'elemento più significativo è rappresentato dal fatto che entrambi i dati sono nettamente inferiori al consensus, ovvero alla media delle attese di analisti ed economisti fissate rispettivamente a +0,0% e +0,9%.
Nel commento al rapporto l'Istat scrive che la flessione registrata nei confronti del primo trimestre è da attribuire un arretramento del contributo proveniente dalla produzione sia dal settore primario, ovvero dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, che dall'industria (settore secondario).
Lieve aumento invece per il terziario (servizi). Debole la domanda interna e pari a zero il contributo dell'estero.
Rischio al ribasso per Barclays
Secondo gli analisti di Barclays questi ultimi dati segnalano un rischio al ribasso rispetto alla loro previsione di crescita nulla nel secondo semestre.
La crescita acquisita nella prima metà del 2023 è pari al +0,8%: Barclay prevede per il 2023 un PIL a +0,7%, in rallentamento l'anno successivo a +0,3%. É una stima decisamente più pessimistica di quella del Fondo Monetario Internazionale (FMI) che la scorsa settimana l'ha migliorata a +1,1% quest'anno e dello 0,9% nel 2024.
Dubbi anche sulla ripresa europea
Eurostat questa mattina ha comunicato i dati preliminari del PIL dell'eurozona, che a differenza di quanto visto per l'Italia, sono stati migliori del consensus, anche se di poco.
La crescita economica si è attestata a +0,3% sul primo trimestre (era atteso un +0,2%) e a +0,6% su base annua (+0,5%). Ma Barclays pone dubbi sull'affidabilità di queste cifre.
Gli analisti fanno notare che buona parte della crescita su base trimestrale (ovvero lo 0,14% del +0,3% riportato) è merito delle forti performance di Irlanda (+3,3%) e Lituania (+2,8%), oltretutto favorite da fattori specifici non ricorrenti.
Barclays prevede per una crescita dello 0,5% sia per il 2023 che per il 2024, anche in questo caso ben al di sotto di quanto stimato dall'FMI, ovvero +1,8% a +1,0%.