Il Capo economista di abrdn, Paul Diggle, prevede che la Federal Reserve non taglierà i tassi prima di settembre di quest'anno. L'analisi di base dell'azienda prevede due tagli dei tassi entro la fine dell'anno, a settembre e a dicembre, poiché si prevede una moderata diminuzione della crescita e dell'inflazione nella seconda metà dell'anno. Tuttavia, esiste anche la possibilità che non ci siano tagli o che si verifichi addirittura un rialzo, con una probabilità cumulativa del 35% per tali scenari alternativi.
Sul fronte della crescita, l'attività economica è sostenuta da bilanci solidi dei consumatori e delle imprese, politiche fiscali accomodanti, flussi migratori netti elevati e un aumento della produttività. Tuttavia, si prevede un lieve indebolimento di questi fattori nel corso del 2024, portando a una moderazione della crescita con rischi sia al rialzo che al ribasso.
Per quanto riguarda l'inflazione, i dati indicano un andamento positivo dell'indice dei prezzi al consumo a marzo. Tuttavia, si prevede una modesta disinflazione nel tempo, considerando il rallentamento della crescita dei salari e la diminuzione degli affitti di mercato che dovrebbero contribuire a una riduzione dell'inflazione nel settore immobiliare. Il PCE core dovrebbe scendere al 2,5% su base annua entro l'estate, ma potrebbe stabilizzarsi nel resto dell'anno a causa di effetti base meno favorevoli.
Per quanto riguarda la politica monetaria, la Federal Reserve sembra essere cauta nel considerare un taglio dei tassi, in particolare dopo l'aumento inaspettato dell'indice dei prezzi al consumo. Si ipotizza che la Fed attenda almeno fino a settembre prima di procedere con un taglio dei tassi, seguito da un secondo taglio a dicembre. Tuttavia, i rischi sono orientati verso una possibile ritardata decisione nel caso in cui l'inflazione non dovesse diminuire. Nonostante ciò, la Fed ha sottolineato che la politica monetaria rimane restrittiva, pur lasciando aperta la possibilità di ulteriori restrizioni in futuro.
Infine, un'impennata significativa dei prezzi del petrolio potrebbe rappresentare un fattore scatenante per la Fed nel decidere di non effettuare tagli ai tassi o addirittura procedere con ulteriori rialzi.
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