Le WebSoft sono una forza motrice dell'economia globale, nonostante le questioni fiscali e le relative tasse rimangano un punto oscuro. Questo è il verdetto dell'ultima indagine condotta da Mediobanca, che ha analizzato i dati del 2023 e del triennio precedente relativi alle 25 WebSoft più grandi a livello internazionale. Di queste, 11 sono con sede negli Stati Uniti, dieci in Cina, due in Germania e una ciascuno in Giappone e Corea del Sud.
L'indagine ha rivelato che il fatturato combinato di queste aziende corrisponde al 90% del PIL italiano. Il 2022 è stato un anno anomalo per queste aziende, con una crescita dei ricavi sotto la media del quinquennio precedente. Nonostante questo, se si esclude l'e-commerce, il margine operativo di queste aziende è al secondo posto, dopo quello delle case farmaceutiche.
Il successo di Amazon
Amazon detiene la corona quando si tratta di occupazione, con circa 745 mila nuovi impiegati nel 2022, portando il totale a 1.500 mila. Tuttavia, l'indagine ha anche portato alla luce che nel 2022, circa un terzo del profitto pre-tasse delle WebSoft più grandi è stato tassato in paesi con un regime fiscale agevolato.
Le filiali italiane delle WebSoft hanno registrato un fatturato aggregato di 9,3 miliardi di euro nel 2022, impiegando circa 26,4 mila persone. Amazon detiene il numero più alto di impiegati in Italia, e nel 2022, queste filiali hanno pagato 162 milioni di euro in tasse.
Un terzo degli utili pre-tasse delle principali aziende globali viene tassato in paesi con imposte più basse, permettendo loro di risparmiare circa 13,6 miliardi di euro nello stesso anno e 50,7 miliardi nel periodo 2019-2022. L'aliquota media si attesta al 15,1% nel 2022, molto più bassa rispetto al 21,9% teorico.
I risultati delle filiali nel nostro Paese
In Italia, le filiali delle grandi compagnie web, per lo più concentrate a Milano, hanno generato un fatturato complessivo superiore ai 9 miliardi di euro nel 2022, impiegando circa 26,4mila persone. Rispetto al 2019, si segnala un aumento di 11mila dipendenti, in gran parte assunti da Amazon, che detiene il record di personale impiegato nel Paese. Le filiali hanno versato 162 milioni di euro di tasse nel 2022, con un'aliquota effettiva di circa il 28,5%. Se si considerasse anche la Digital Service Tax, l'aliquota fiscale aumenterebbe al 36%.
Nel 2023, il fatturato aggregato delle principali WebSoft è aumentato del 10,6%. I settori con la più alta incidenza sul fatturato rimangono l'e-commerce, la pubblicità e il cloud. La redditività operativa è aumentata del 31,5% rispetto al 2022 e gli utili netti sono aumentati del 46,4%.
Gli altri big del web
Microsoft, Oracle, Adobe, Meta e Booking hanno registrato i margini operativi più alti nei primi nove mesi del 2023, con una media del settore del 18% circa. Alla fine di novembre 2023, la capitalizzazione di mercato delle WebSoft è aumentata del 47,5% rispetto a dicembre 2022, raggiungendo 8.700 miliardi di euro. In confronto, la Borsa Italiana è molto indietro, nonostante abbia avuto una delle migliori performance in Europa nei primi nove mesi del 2023. Le WebSoft nel loro insieme valgono più di dieci volte l'intera Borsa Italiana. Microsoft, Alphabet e Amazon occupano le prime tre posizioni in termini di capitalizzazione di mercato.
(Redazione)