Migliora il deficit/PIL
Oggi presso le commissioni riunite del Bilancio, Tesoro e Programmazione (Camera) e Programmazione economica e bilancio (Senato), il Capo del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, Sergio Nicoletti Altimari, ha prestato testimonianza in audizione preliminare all'esame Documento di economia e finanza (DEF) 2024.
Soffermandosi in particolare sui conti pubblici 2023 Altimari ha ricordato che il rapporto deficit/PIL si è attestato al 7,2 per cento, con una flessione dell'1,4% rispetto al 2022, nettamente inferiore al -2,7% indicato dal governo nella Nota di Aggiornamento del DEF 2023 (NADEF).
La deviazione è "principalmente attribuibile ai maggiori oneri derivanti dal Superbonus – per 1,9 punti percentuali del prodotto".
Si segnala che "già la NADEF rivedeva al rialzo la stima rispetto al DEF 2023 per 1,1 punti percentuali". A inizio aprile Istat indicava l’ammontare dei crediti d’imposta per Superbonus 2023 pari a quasi 3,7 punti percentuali del PIL, "valore di oltre cinque volte superiore a quanto il DEF 2023 prevedeva sarebbe maturato nell’anno".
Buone notizie dal Debito/PIL
Il rapporto debito/PIL si è contratto di oltre tre punti percentuali, collocandosi al 137,3 per cento, quindi con calo complessivo nel triennio 2021-23 di quasi 18 punti, tornando su un livello prossimo a quello pre-pandemico.
La favorevole dinamica (migliore di quella stimata dal governo nella NADEF 2023, pari a -1,5%) è stata determinata principalmente "dall’effetto favorevole del differenziale tra la crescita nominale del prodotto (6,2 per cento) e l’onere medio del debito (2,9 per cento), nonché dalla componente stock-flussi".
Le prospettive del quadriennio 2024-2027
Per quanto riguarda l'andamento dei conti pubblici del quadriennio 2024-2027 il governo si limita ad aggiornare le stime a legislazione vigente senza però definire "i nuovi obiettivi al primo Piano strutturale di bilancio di medio termine (national medium-term fiscal-structural plan), che secondo la nuova governance economica della UE dovrà essere trasmesso alla Commissione entro il prossimo 20 settembre".
Il deficit/PIL quest'anno dovrebbe scendere al 4,3 per cento "soprattutto grazie al venire meno delle misure legate al contrasto del “caro energia” e al forte ridimensionamento della spesa per il Superbonus".
Continuerebbe poi a diminuire negli anni successivi, al 3 per cento del PIL nel 2026 e al 2,2 per cento nel 2027.
Il debito/PIL aumenterebbe di 2,5 punti percentuali nel complesso del triennio 2024-26, per poi diminuire leggermente (0,2 punti) al 139,6 per cento nel 2027: questa dinamica sarebbe influenzata in modo penalizzante dagli "effetti di cassa (molto rilevanti fino al 2027) delle agevolazioni edilizie maturate (e già contabilizzate nell’indebitamento netto) negli scorsi anni".
I punti critici
Altimari sottolinea che "nel 2027 l’avanzo primario supererebbe i 2 punti percentuali del PIL", segnando un ritorno sui livelli medi registrati "nei dieci anni successivi all’avvio dell’Unione monetaria, ma non sufficiente a far scendere l’incidenza del debito in misura significativa".
Si dovranno inoltre "reperire risorse per le “politiche invariate” che si deciderà di perseguire, anche a finanziare le transizioni digitale e verde" e porre attenzione ai nuovi schemi di incentivazione al fine di evitare "gli errori che hanno caratterizzato alcune misure recenti, in particolare l’esperienza del Superbonus".
In conclusione dalla Banca d'Italia arriva un richiamo a fornire "informazioni su alcune variabili molto rilevanti...in particolare quelle relative agli incentivi edilizi che si prevede matureranno nel 2024-25 e ai tempi degli investimenti del PNRR".