Prezzi petrolio, la previsione di Citigroup in caso di recessione economica
In altre parole, dopo una lunga fase di crescita dei prezzi, per l'oro nero le quotazioni iniziano a sgonfiarsi proprio in scia ai maggiori rischi di un calo della domanda nel caso in cui nei prossimi mesi il rallentamento della crescita, a partire dagli Stati Uniti, dovesse portare ad un atterraggio brusco dell'economia.
Non a caso, secondo Citigroup Inc., il prezzo del greggio potrebbe crollare già entro il 2022 a 65 dollari al barile nel caso in cui i mercati dovessero iniziare a scontare con ragionevole certezza l'arrivo della recessione economica nei Paesi occidentali.
Perché le quotazioni dell'oro nero stanno iniziando una fase di correzione
Bloomberg, inoltre, ha raccolto pure le dichiarazioni di Fawad Razaqzada, che è analista di mercato presso City Index, il quale ha messo in evidenza che i prezzi del greggio sui mercati delle materie prime energetiche stanno scendendo in quanto le preoccupazioni per l'indebolimento della domanda stanno iniziando a superare i timori di una scarsa offerta.
In più, ha altresì sottolineato l'esperto, un numero sempre più crescente di analisti si aspetta ora che molte delle principali economie mondiali subiranno una crescita negativa nei prossimi mesi. E questo, tra l'altro, potrebbe trascinare pure gli Stati Uniti in una fase di recessione economica.
Ed al riguardo di certo non aiutano sia le future mosse della BCE in Europa sui tassi di interesse, sia l'aggressiva e restrittiva politica monetaria che giù negli Stati Uniti sta mettendo in atto la Federal Reserve.
Sui prezzi del greggio c'è pure l'incognita relativa alla pandemia di Covid-19
Come se non bastasse, pure il Covid-19 torna a far paura per quel che riguarda le ripercussioni negative sulle economie mondiali a partire dalla Cina.
Per esempio, a Shanghai sono stati annunciati nuovi test di massa per tracciare i contagi. Alimentando di conseguenza i timori di nuovi lockdown. Con conseguenti rischi di ripresa della domanda in uno dei Paesi, come la Cina, che è tra i più grandi consumatori di petrolio al mondo.
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