Il Consiglio di Amministrazione di Credem, guidato da Lucio Igino Zanon di Valgiurata, ha approvato i risultati consolidati del primo semestre 2023. L'utile netto consolidato è di 298,7 milioni di euro, dopo aver prelevato 25 milioni di euro di contributi ai fondi destinati alla gestione delle banche in difficoltà. Questo valore rappresenta un incremento del 90,3% rispetto allo stesso periodo del precedente anno. L'aumento è dovuto principalmente al positivo andamento del margine finanziario e al contenuto costo del rischio. Il ritorno sul capitale (ROE annualizzato) è del 17,9%, mentre il ROTE annualizzato è del 20,8%. Il margine di intermediazione si attesta a 954,2 milioni di euro, con un aumento del 38,6% rispetto a fine giugno 2022.
Gli indicatori di adeguatezza patrimoniale sono tra i migliori in Italia e in Europa, a tutela di clienti e mercato: il Common Equity Tier 1 Ratio a livello di Gruppo bancario è al 15,8%, mentre il Common Equity Tier 1 Ratio di Vigilanza è al 14,4%, rispetto a un minimo del 7,56% assegnato dalla BCE.
Angelo Campani, Direttore Generale di Credem, ha commentato l'andamento economico e sociale del periodo, sottolineando l'importanza del ruolo di Credem in questo scenario. La banca si impegna a rafforzare la fiducia dei clienti, aiutandoli a prendere decisioni adeguate con una prospettiva di medio e lungo termine. Campani ha enfatizzato l'importanza del modello di business ampio e diversificato di Credem, che consente di mantenere una redditività significativa in qualsiasi scenario.
La gestione bancaria in futuro potrebbe essere influenzata da vari fattori, tra cui il rallentamento dell'economia, la dinamica dei tassi di interesse e l'andamento del margine bancario. Inoltre, lo spread BTP-Bund, l'inflazione, le misure del governo e delle autorità europee e monetarie, il rischio creditizio, le conseguenze dell'inflazione e l'aumento dei tassi d'interesse sulla capacità dei clienti di sostenere il debito, l'impatto di numerose norme e misure regolamentari, le ripercussioni della trasformazione digitale, l'uso dell'intelligenza artificiale e le conseguenze della transizione ecologica possono rappresentare ulteriori fattori di volatilità.
Ciononostante, Credem conferma le sue principali linee guida: uno sviluppo commerciale superiore alla media di mercato, l'equilibrio tra efficienza operativa e progettualità, l'implementazione della progettualità in materia di wealth management e private banking. Continuerà anche l'integrazione ESG (Environmental, Social, Governance) nei processi, nel controllo dei rischi e nella definizione dei prodotti. Infine, Credem conferma l'intenzione di mantenere un'elevata qualità del credito e la solidità del profilo di rischio e dei livelli patrimoniali.
In questo contesto, si prevede che il margine finanziario continuerà ad essere sostenuto dai volumi e dall'evoluzione dei tassi, con una possibile tensione della forbice clientela; le commissioni potrebbero risentire delle dinamiche di mercato; i costi operativi subiranno un'accelerazione della progettualità, mentre il rischio di credito dovrebbe rimanere complessivamente contenuto.
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