Le consegne di Tesla sono crollate. Era prevedibile, considerando l'impatto dei lockdown in Cina non solo sulla produzione nella gigafactory di Shanghai ma anche per la supply chain globale (e quindi per la fornitura di componentistica anche per gli altri siti del gruppo Usa).
Il colpo è comunque duro: nel secondo trimestre Tesla ha consegnato 254.695 vetture elettriche. Il dato si confronta con le 256.520 del consensus di Street Account citato dalla Cnbc anche se stime più recenti avevano abbassato l'asticella a 240.000 unità.
Settimana scorsa, poi, Dan Ives, analista di Wedbush, aveva scritto che sopra quota 250.000 sarebbe stato un successo. Sotto sarebbe stata una delusione per gli investitori.
Consegne crollate per Tesla ma la produzione di giugno è record
Per fare chiarezza.
Le consegne sono rimbalzate del 26,5% su base annua, il che significa che la corsa di Tesla non può dirsi certo finita. Tuttavia sono crollate del 17,8% dalle 310.048 del primo trimestre. E questo chiude una striscia di record consecutivi durata otto trimestri.
Difficile valutare quanto il risultato possa essere considerato negativo. Lo è sicuramente se confrontato con il consensus iniziale: in aprile gli analisti stimavano in media 340.000-350.000 consegne (e non tutti hanno aggiornato le loro previsioni una volta compresa la portata dei blocchi in Cina).
Forse il risultato è negativo anche per Elon Musk, scomparso dai radar per giorni e giorni per poi ricomparire (su Twitter ovviamente) in compagnia niente meno che di Papa Francesco.
Nel trimestre crollate le consegne di Tesla a causa dei lockdown in Cina
L'insolita assenza di Musk dal social network che sta cercando di acquisire potrebbe spiegarsi con il tentativo di allontanarsi dalle troppe polemiche da lui causate, tra politica, turbative di mercato, e disquisizioni sociologiche varie (il tema della bassa natalità è andato a discuterlo anche in Vaticano).
Certo è che le grida d'allarme sulla prossima recessione, addirittura sul rischio di bancarotta per Tesla (costretta a produrre in perdita nei nuovi impianti di Austin e Berlino) non vengono smorzati dai risultati ottenuti dal punto di vista commerciale da Tesla.
"In poche parole se i numeri delle consegne sono stati brutti, e qui non c'è nulla da dire, Wall Street sarà ora concentrata sulla traiettoria" del secondo semestre, ha commentato sabato proprio Ives di Wedbush.
Tesla ha risolto i problemi in Cina e fa record di produzione in giugno
E un po' d'ottimismo arriva dai dati sull'output relativi al solo mese di giugno.
Tesla nel mese appena chiuso ha infatti registrato il record assoluto di produzione. Bisogna andare sulla fiducia, visto che Tesla non comunica i dati disaggregati sull'output dei singoli mesi e non lo ha fatto neanche in questo caso. Si sa che nell'intero trimestre sono stati 258.580 i veicoli usciti dalle gigafactory di Tesla.
Si tratta di un crollo del 15,3% rispetto ai 305.407 del precedente periodo. Giugno, però, ha portato la risoluzione di molti, se non tutti, i problemi che avevano frenato Tesla negli ultimi mesi. E magari dopo avere incontrato il pontefice, Musk avrà riacquistato anche un po' di ottimismo che potrà trasferire sugli investitori.
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