Concordato preventivo, brutte notizie in arrivo per i contribuenti sulla sanatoria

Niccolò Mencucci Niccolò Mencucci - 26/09/2024 09:15

Concordato preventivo, brutte notizie in arrivo per i contribuenti sulla sanatoria

L'ultima novità sul concordato preventivo non farà piacere ai contribuenti, soprattutto a quelli che vogliono aderire alla sanatoria, quella prevista per i redditi degli anni precedenti.

Sembra infatti che la finestra temporale sarà un po' diversa rispetto a quella prevista precedentemente.

Vediamo infatti come cambia la sanatoria, e quali vantaggi e svantaggi porterà questa modifica per i contribuenti che vogliono aderirvi.

Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Commercialista Allievi.

Concordato preventivo, la sanatoria si "restringe": ecco di quanto

Eravamo rimasti con una sanatoria che prevedeva il "ravvedimento" per i redditi relativi agli anni fiscali dal 2018 al 2023.

Ora non più. Con l'ultimo emendamento presentato in sede di decreto-legge Omnibus, in discussione al Senato, la sanatoria si riduce di un anno, passando quindi da 6 a 5 anni di copertura: dal 2018 al 2022.

Una proposta che al momento non si sa se verrà inserita nel testo ufficiale del decreto, ma fa bene intendere che in futuro bisognerà fare attenzione se si vuole aderire al concordato preventivo (anche) per utilizzare la sanatoria per gli anni indicati.

E questo perché ora il meccanismo prevede un anno limbo, come precisa anche Quotidiano Nazionale. Se prima nell'operazione si potevano riaprire le dichiarazioni presentate integrando ben 6 annualità, ora rimane fuori quella del 2023.

A conti fatti, il 2023 dovrà essere "pagato" secondo le attuali disposizioni normative, lasciando per gli altri anni quanto invece previsto dalla stessa sanatoria.

Concordato preventivo, come si calcola la sanatoria

Ricordiamo che la sanatoria prevede il pagamento di un?imposta sostitutiva costituita "dalla differenza tra il reddito già dichiarato in ciascuna annualità e l?incremento dello stesso", come si legge nel decreto.

Con obbligo di versare almeno 1000 euro per ogni annualità oggetto della sanatoria, l'imposta verrà calcolata al:

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    5% per i soggetti con punteggio ISA pari a 10,

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    10% per i soggetti con punteggio ISA pari o sopra 8,

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    20% per i soggetti con punteggio ISA tra 6 e 8,

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    30% per i soggetti con punteggio ISA tra 4 e 6,

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    40% per i soggetti con punteggio ISA tra 4 e 6,

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    50% per i soggetti con punteggio ISA sotto 3.

Sono casi a parte le annualità 2018, 2019 e 2022, le cui aliquote saranno:

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    10%, se nel singolo periodo d'imposta l'ISA è pari o superiore a 8,

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    12%, se l'ISA è superiore a 6 ma inferiore a 8;

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    15%, se l'ISA è inferiore a 6.

Per gli anni 2020 e 2021, addirittura, l?aliquota dell?imposta sostitutiva scende al 30%.

Come si può evincere da tutte queste percentuali, la sanatoria conviene anche senza l'anno 2023, non fosse altro per via dell'imposta sostitutiva rispetto alle aliquote IRPEF, che vanno dal 23% al 43%.

Inoltre, aderendo alla sanatoria, gli anni fiscali denunciati non saranno oggetto di ulteriori controlli e accertamenti da parte dell?Agenzia delle Entrate. Salvo in casi gravi, come illeciti fiscali.

Concordato preventivo, chi e come aderire all'accordo

I contribuenti che possono aderire al concordato preventivo non sono solo le partite IVA sotto ISA (Indice Sintetico di Affidabilità), ma anche imprese e forfettari.

Tutti soggetti che potranno aderire al concordato preventivo entro e non oltre il 31 ottobre, accordandosi col Fisco in merito alle imposte da pagare nei prossimi due anni, così da chiudere i conti con il passato.

Una volta avviata la procedura, il versamento delle imposte avverrà successivamente.

Riferisce Quotidiano Nazionale, stando all'emendamento presentato, tale versamento sarà effettuato:

"[...] in un?unica soluzione entro il 31 marzo 2025 [o] in un massimo di 24 rate mensili di pari importo maggiorate di interessi legali con decorrenza dal 31 marzo 2025".

Se però si manca il pagamento di una delle rate, o anche di tutte, dal termine di pagamento della rata successiva scatterà la decadenza dal beneficio della rateazione, e l'iscrizione a ruolo degli importi ancora dovuti.

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