Concordato preventivo biennale un flop? Ecco perché in pochi hanno aderito

09/07/2024 10:15

Concordato preventivo biennale un flop? Ecco perché in pochi hanno aderito

Potrebbe risultare estremo parlare di flop in merito al concordato preventivo biennale, il nuovo strumento fiscale sul quale il Governo sta puntando molto, soprattutto a livello di entrate.

Eppure i dati parlano chiaro, e tutto ci fa pensare al peggio in merito al destino di questo strumento, e anche al futuro della lotta contro l'evasione fiscale.

Vediamo infatti in quanti hanno aderito al concordato preventivo biennale, e quali possono essere le spiegazioni di questa fuga dal Fisco "amico".

Per saperne di pi in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Matteo Rubboli.

Concordato preventivo biennale: in quanti hanno aderito?

Riferisce La Stampa, solo il 2% dei contribuenti ha aderito al concordato preventivo biennale.

Andando a vedere i numeri assoluti, si parla di poco pi di 90mila persone su una platea di 4,5 milioni di contribuenti tra partite IVA e forfettari.

Che il concordato sia un flop? Forse per il momento, visto che la scadenza per l'adesione ancora abbastanza lontana. Con la nuova proroga del Governo, addirittura si va direttamente al 31 ottobre.

Ma cambia poco. Ritrovarsi con questo misero 2% a tre settimane dall'avvio del software, quello necessario per attivare tutto il procedimento dietro il concordato preventivo, non fa ben sperare sul successo di questo strumento.

Senza contare le entrate tributarie promesse, visto che, precisa La Stampa, ci si aspetta un incasso aggiuntivo di 2 miliardi di euro.

Concordato preventivo biennale: perch la bassa affluenza?

Negli ultimi mesi il Governo ha fatto di tutto per rendere questo strumento il pi appetibile anche a chi in odor di evasione fiscale.

Basti solo pensare allo sconto per il primo anno del concordato: un?agevolazione del 50% sulla base imponibile valutata dal Fisco ai fini del raggiungimento del livello ISA 10, quello di massima affidabilit fiscale.

Per intenderci, per salire di livello invece di pagare un'imposta di 10mila euro, baster impegnarsi sul 50% (5mila euro).

Solo dal secondo anno la base salir al 100%, dando cos alle Partite IVA maggior tempo.

Oltre a questo, previsto l'esonero per il visto di conformit per le compensazioni in materia IVA al di sotto di 50mila euro, oppure IRPEF, IRES e IRAP sotto i 20.000 euro. Pi le sanzioni agevolate e i controlli pressoch inesistenti per due anni.

Ma se questo strumento cos allettante, perch questo flop?

Tralasciando l'idea facile che all'evasore fiscale converr sempre evadere se ne ha le possibilit, una spiegazione verosimile su questo flop pu essere il suo infelice lancio a cavallo dei mesi "fiscali" per eccellenza: giugno e luglio, quando si pagano il saldo e il primo acconto delle imposte.

Oltre a ci, come precisa La Stampa, possibile anche il fatto che, se fatto tramite professionisti, il concordato pu risultare abbastanza oneroso a livello di gestione, con onorari che vanno da 150 euro per i forfettari fino a 1000 euro per gli ISA.

Infine, c' la questione del blocco degli importi fiscali: concordando le due imposte annuali, se si guadagna di pi non si deve pagare la maggiorazione (entro per i limiti previsti dalla norma).

Se si guadagna di meno, la quota rimane purtroppo la stessa, a meno di non rientrare nelle condizioni previste dalla normativa per la decadenza del beneficio.

Concordato preventivo biennale: cosa succeder?

Va detto che ancora ci sono 4 mesi prima della scadenza, pertanto una "rimonta" ancora possibile.

Se per i dati rimangono questi, ovvero un misero 2%, per lo Stato diventa un problema non da poco.

Anche perch ci sono in ballo 2 miliardi di euro preventivati, una cifra che potrebbe aiutare l'Esecutivo in sede di Manovra di fine anno.

Senza contare il fatto che il Governo si gioca cos la sua strategia di proporre un Fisco "amico", visto che, a conti fatti, ai contribuenti non interessa una soluzione del genere.

E questo dopo aver messo in sospensione una misura che, almeno nella lotta fiscale, avrebbe potuto davvero fare la differenza: il redditometro.

Presentato in sordina durante il mese di maggio, in pochi giorni stato messo subito a tacere, nonostante fosse una versione pi light dello spesometro proposto qualche anno prima.

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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