Club deal: di cosa si tratta
La terminologia Club deal, tradotta dall’inglese, sta a significare letteralmente “club dell’affare”.
In effetti, di null’altro si tratta che di una specie di forma associativa creata da imprenditori facoltosi al fine di acquisire, in comproprietà, quote di partecipazione in determinate società o in singoli asset.
Ovviamente gli imprenditori in questione mettono sul piatto ingenti somme di denaro e, di norma, lo fanno per investire in una attività (solitamente una start up ma non per forza tale) nella quale, singolarmente, l’esborso di capitale o il rischio sarebbero troppo elevati.
Da quanto evidenziato in precedenza, possiamo quindi comprendere come, partecipare a questa tipologia di operazioni, significa far parte di un gruppo piuttosto ristretto di persone selezionate.
Inoltre, l’accesso in singole quote partecipative permette ai singoli imprenditori di limitare il rischio d’investimento che sarebbe decisamente superiore se dovessero immettere tutto il capitale di tasca propria.
Anche perché, questo genere di operatività, se da un lato ha come obiettivo quello di generare rendimenti nettamente superiori alla media, dall’altro comporta comunque dei rischi non indifferenti.
Club deal: vantaggi e svantaggi
Dei vantaggi si è già accennato in precedenza.
Si deve anche rilevare come, tra le implicazioni positive, vi sia anche una condivisione delle competenze professionali dei singoli investitori.
Quando si entra a far parte del Club deal, infatti, non si apportano solo capitali, ma si conferiscono anche le proprie skills e conoscenze.
L’amalgama e il mix delle peculiarità di ogni singolo partecipante consentono una migliore diversificazione dell’investimento ed una ottimizzazione dello stesso.
Ulteriori vantaggi sono offerti dalla possibilità di scegliere liberamente come e dove investire, ovvero se fungere da finanziatori piuttosto che da soci dell’azienda nella quale si investe oppure se acquistare direttamente impianti o immobili.
Quale può essere il rovescio della medaglia?
La possibilità che, come si suol dire, “Tante teste, tante idee” e che quindi, risulti difficile trovare soluzioni e linee strategiche che mettano tutti d’accordo.
Anche le dinamiche relative alle condizioni d’uscita dal club deal possono essere fonti di tensioni o comunque criticità.
Club deal: differenze con fondi comuni e crowdfunding
Esistono differenze tra il club deal e i fondi comuni oppure il crowdfunding?
La risposta è affermativa in entrambi i casi.
Quando si parla di fondi comuni si fa riferimento a organismi collettivi di raccolta del risparmio la cui gestione è demandata ad un gruppo di professionisti ad essa dedicati.
Nel Club deal, invece, la gestione dell’attività avviene collettivamente, ovvero con la partecipazione e la condivisione di competenze di tutti i partecipanti al club.
Per quanto concerne il crowdfunding prevede la possibilità di pubblicizzare sul web la raccolta dei fondi.
Si tratta quindi di una opportunità aperta a tutti.
Questa tipologia di attività non è permessa quando si parla di Club deal.
Tuttavia, il problema viene superato organizzando feste o eventi privati all’interno dei quali si effettua la raccolta fondi.
Si evidenzia quindi come l’esclusività sia una altra caratteristica essenziale del Club deal.