Molti risparmiatori avranno sentito parlare dei Certificati d’Investimento, conosciuti molto più semplicemente come Certificates. A più di qualche correntista bancario, inoltre, saranno stati proposti dall’Istituto di Credito di turno come opportunità di investimento.
Sull’argomento, però, regnano una sorta di alea misteriosa mista a confusione che lo rendono, per molti versi, incomprensibile ai più sia per ciò che concerne il funzionamento sia per l’esatto inquadramento nel mondo finanziario.
Cerchiamo di fare chiarezza in materia.
Certificates: cosa sono
Il primo dubbio che assale diversi risparmiatori è insito nella domanda più semplice e spontanea che viene da porsi: che cosa sono esattamente i Certificates? Senza usare troppi tecnicismi ma affidandoci ad un linguaggio semplice, possiamo dire che i Certificates sono strumenti finanziari derivati e cartolarizzati che replicano l’andamento di un sottostante cui sono legati.
Vengono emessi e garantiti dai cosiddetti Market Maker che, di norma, sono istituti di credito.
Giova ricordare che, col termine “cartolarizzazione” si intende l’incorporazione in strumenti negoziabili di diritti su attività che altrimenti sarebbero illiquide e non potrebbero essere negoziate (ad esempio immobili, crediti e via dicendo). I Certificates vengono scambiati su un apposito mercato (SeDeX) con gli stessi orari della Borsa Italiana.
Ve ne sono, ovviamente di diverse tipologie, anche in base al sottostante al quale sono collegati.
In linea di massima, però, occorre fare una prima distinzione tra i Certificates che replicano solamente l’andamento del sottostante e quelli che invece operano con effetto leva. I primi vengono definiti Investment Certificates mentre i secondi sono meglio conosciuti come Leverage Certificates.
Quali sono le differenze principali tra le due tipologie? Innanzitutto, bisogna evidenziare come i Certificati a Leva siano indirizzati a tipologie di investitori in possesso di una preparazione in materia decisamente buona in quanto consentono di movimentare quantità di denaro importanti a fronte di investimenti ridotti in termini di capitali (da qui, però, le possibilità elevate di perdite, ovviamente).
Certificates: come funzionano e a chi si rivolgono
I classici Certificates, ovvero quelli senza effetto leva, si rivolgono ad una platea di risparmiatori che siano sufficientemente edotti in materia e che vogliano, attraverso questa tipologia di prodotti, creare una diversificazione all’interno del proprio portafoglio di investimenti.
Possono avere come sottostante indici azionari, singole azioni, materie prime, commodities e via dicendo.
Anche nel caso in cui il sottostante sia costituito da una o più azioni, i Certificates non danno diritto a percepire gli eventuali dividendi che questi titoli pagano periodicamente. Esistono poi, i Certificates a capitale protetto (parzialmente o totalmente) o che presentano la possibilità di ottenere guadagni superiori al cosiddetto “Benchmark” nel caso si verifichino determinate condizioni previste nel contratto stesso.
Ovviamente, con gli Investment Certificates è possibile puntare solamente sul rialzo di titoli ed indici mentre i cosiddetti Leverage Certificates prevedono sia la possibilità di porsi sul mercato come rialzisti che come ribassisti.
In ogni caso, la gamma di Certificates offerti dai vari Market Maker è assolutamente variegata e consente di soddisfare le esigenze di qualsiasi tipo di risparmiatore (dalle più semplici alle più complesse).
Da valutare, come sempre, oltre ai costi, la sostenibilità dell’investimento (a livello di rischio e di portafoglio) e il corretto inserimento dello stesso in un progetto di pianificazione finanziaria adeguato.
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