Finalmente una buona notizia per tutti i contribuenti che si ritrovano da anni sommersi dalle cartelle esattoriali: dal 2025 queste cartelle verranno finalmente cancellate.
O meglio, dal 1 gennaio 2025 le cartelle che prevedono questa tipologia di debiti potranno finire del dimenticatoio.
Vediamo quando scatta la cancellazione delle cartelle esattoriali, e cosa fare nel caso in cui non riguardino proprio quel preciso debito.
Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Informazione Fiscale.
Cartelle esattoriali: scatta la cancellazione per questi debiti
Precisiamo che il debito previsto per far scattare la cancellazione delle cartelle esattoriali non riguarda un'imposta in particolare.
A decidere tutto è stavolta il tempo: se il debito non viene riscosso dopo 5 anni, l'agente riscossore (ad esempio l'Agenzia delle Entrate Riscossione) può dichiarare tale debito "inesigibile", decidendo di conseguenza di restituirlo all'ente creditore.
Pertanto dal 1 gennaio 2025 il contribuente potrà dormire sonni tranquilli: se il suo debito viene affidato all'Agenzia dal 1 gennaio e non viene riscosso entro il 31 dicembre del 5 anno successivo a quello di affidamento, finirà direttamente nel dimenticatoio.
A meno che tale riscossione non risulti sospesa o con procedure esecutive ancora pendenti, o l'ente creditore non richiami a sua volta un altro agente (anche privato).
In quest'ultimo caso, il rischio è che l'ente creditore, ripreso il debito a suo carico, possa affidarlo a un altro agente di riscossione, ma solo nel caso in cui emergessero le possibilità per poter riscuotere tale debito.
Se così non fosse, l'ente creditore potrà invece procedere all'eliminazione delle somme dai bilanci, eliminando così il debito.
Cartelle esattoriali: cancellazione anticipata solo in questi casi
A essere più precisi, la cancellazione dopo 5 anni è quella prevista quando l'agente riscossore non è riuscito nell'impresa di riscuotere il debito a lui assegnato.
Ci sono invece dei casi in cui, addirittura, il discarico può avvenire anche prima. Secondo il comma 2 del 3 articolo del D.Legs 110/2024, per anticiparlo basta solo che l'agente riscontri:
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il fallimento del debitore,
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l?assenza di beni del debitore,
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la mancanza di nuovi beni rispetto a quelli già presi in considerazione.
Ma non solo. Andando a leggere il comma 3, gli enti creditori possono chiedere la riconsegna dei carichi affidati all'Agenzia, e quindi anticipare il tutto, anche nel caso in cui essi siano iscritti a ruolo:
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dopo 2 anni dalla presa in carico se affidati alla riscossione prima dell?entrata in vigore di questo decreto;
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tra il 24esimo e il 30esimo mese successivo alla presa in carico se affidati successivamente alla data di entrata in vigore del decreto.
Cartelle esattoriali: cosa fare se il debito non è inesigibile
Ci sono casi in cui il debito è a tutti gli effetti inesigibile. Come ad esempio quando la riscossione avviene nei confronti di un contribuente nullatenente: come si fa a riscuotere un debito da un soggetto che non ha né soldi né proprietà intestate?
A sua volta, un debito inesigibile è quando il debitore è passato a miglior vita.
Se la propria situazione non coincide con nessuna di queste, allora conviene provvedere fin da subito alla rateizzazione delle cartelle: perché infatti pagare il debito per intero quando possiamo ripagarlo a rate?
Dal prossimo anno, inoltre, il numero delle rate aumenta, passando dalle attuali 74 rate a 86 rate, fino a 120 a partire dal 2030. Se invece riusciamo a dimostrare di essere in una situazione economica disagiata, le rate passano fin da subito a 120.
Certo, sono previsti interessi e more per ogni rata, ma almeno non si subiranno fermi amministrativi, prelievi forzosi o addirittura pignoramenti.
Tutte armi che non funzionano nei confronti dei contribuenti nullatenenti, ma che possono essere usate verso chi ha beni e liquidità pignorabili.