Estate bollente per i prezzi
Tanti i temi caldi dell'estate 2023: si va dalla tassa sugli extra profitti delle banche, alla guerra dichiarata dal governo alle compagnie aeree per i prezzi dei voli pilotati verso l'alto dagli algoritmi.
Ma il dossier veramente bollente è quello del prezzo dei carburanti: inevitabile che sia quello più sentito dato che riguarda la platea più ampia di cittadini e che si ripropone più spesso, ovvero ogni volta che la spia del serbatoio si accende.
E non poteva che essere così dato che il prezzo della benzina si è avvicinato, e in molti casi ha superato, la soglia psicologica dei due euro al litro.
C'è poi stato il caso eclatante del distributore sull'autostrada A8 dove i malcapitati si sono trovati a fare rifornimento a ben 2,70 euro per litro di benzina. Vero è che i gestori delle stazioni di servizio posizionate sulla rete autostradale devono versare una royalty al gestore della tratta e quindi il prezzo è fisiologicamente più alto che su strade normali, ma 2,70 è un eccesso difficilmente comprensibile.
La risposta del governo
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha risposto alle critiche delle associazioni dei consumatori che protestano per i rincari a loro avviso eccessivi ricordando che la quota di puro costo industriale del carburante (escludendo quindi le accise e l'IVA) in Italia è inferiore a quella di altri Paesi europei come Francia, Spagna e Germania.
Purtroppo all'automobilista interessa il prezzo finale e in questa classifica occupiamo purtroppo le prime posizioni.
Prezzo benzina in calo se consideriamo il taglio delle accise
Cerchiamo di analizzare l'andamento del prezzo della benzina e della materia prima, il petrolio, per capire che le quotazioni sono coerenti.
In base ai dati visibili sul sito del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica il prezzo medio settimanale della benzina alla rilevazione del 14 agosto era di 1,94 euro al litro mentre il 15 agosto 2022 era di 1,77 euro/litro.
Un anno fa però il prezzo era calmierato dal taglio delle accise da 30 centesimi deciso dal governo Draghi: quindi a parità di condizioni sarebbe stato di 2,07, meno degli 1,94 attuali.
Sappiamo però che il costo industriale della benzina è pari al 44,4%, il resto sono accise ed IVA. Pertanto un anno fa il costo industriale era di 0,92 euro/litro mentre oggi è di 0,86: una flessione del 6,5%.
Il costo di produzione scende ma meno del petrolio
Ma cosa è successo al costo della materia prima cioè il petrolio? È sceso di circa il 12% se consideriamo le quotazioni in dollari, ma di ben il 19% se tradotto in euro: è quest'ultima la variazione da tenere in considerazione per effettuare un confronto sensato.
Anche tenendo contro dell'inflazione pari a circa il 6% negli ultimi 12 mesi otteniamo una flessione in termini reali del costo industriale del 12,5%, il 6,5% in meno rispetto a quella della materia prime. Questa differenza potrebbe essere (in parte o in toto) spiegata con l'aumento dei costi di produzione legati agli incrementi degli oneri per l'energia elettrica.