I cambiamenti climatici stanno avendo un impatto significativo sull'agricoltura italiana. Secondo i dati elaborati dall'Osservatorio europeo Copernicus, quest'anno si è registrato un taglio del 15% nella produzione di riso, del 10% nel grano, del 60% nelle ciliegie e addirittura del 63% nelle pere. Anche il miele ha subito una drastica diminuzione del 70% rispetto all'anno precedente, mentre la vendemmia ha subito una flessione del 12%.
Questi dati sono stati resi noti dalla Coldiretti, che sottolinea come nei primi nove mesi dell'anno si sia registrata la temperatura più alta mai registrata nel pianeta, con una media superiore di 0,52 gradi rispetto alla media storica. Settembre è stato particolarmente caldo, con un aumento di addirittura 0,93 gradi rispetto alla media storica.
Anche in Europa si è registrata un'anomalia con settembre che ha raggiunto un livello record di 2,51 gradi in più rispetto alla media storica. In Italia, il mese di settembre si posiziona come il secondo più caldo mai osservato, con una temperatura media superiore di 3,1 gradi rispetto alla media climatica del periodo 1991-2020, secondo gli esperti dell'Osservatorio geofisico modenese Unimore.
Questo cambiamento climatico ha anche portato all'invasione di pericolose specie aliene, come la cimice asiatica, il granchio blu, il cinipide del castagno, la Xylella, il moscerino dagli occhi rossi, il calabrone asiatico e la vespa velutina, causando danni per oltre un miliardo di euro sia nelle colture terrestri che in mare.
Questa situazione evidenzia una chiara tendenza alla tropicalizzazione, con un aumento della frequenza di manifestazioni violente, sbalzi stagionali, precipitazioni intense e il rapido passaggio da caldo a maltempo, con effetti devastanti. Oltre alla riduzione delle colture, il cambiamento climatico sta anche modificando la distribuzione delle coltivazioni in Italia.
Ad esempio, la coltivazione dell'ulivo si sta spingendo fino alle Alpi, nella Pianura Padana si coltiva circa la metà del pomodoro destinato alle conserve e del grano duro per la pasta, colture tipicamente mediterranee, mentre i vigneti si stanno estendendo fino alle vette delle montagne. Al contrario, nel sud del paese sta avvenendo un boom delle coltivazioni tropicali, come avocado, mango e banane.
L'agricoltura è il settore economico che subisce maggiormente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato nel contrastarli. Le imprese agricole devono interpretare le nuove tendenze climatiche e adattare i cicli delle colture e la gestione delle acque di conseguenza.
È quindi necessario investire nella manutenzione, nel risparmio, nel recupero e nella regolamentazione delle acque, nonché nella diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo. Inoltre, è necessaria ricerca e innovazione per lo sviluppo di colture resistenti. La Coldiretti sottolinea che è fondamentale l'impegno del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) per sostenere l'agricoltura in questa sfida.
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