Dopo anni vissuti all’ombra dei Btp e dei vari titoli di stato, negli ultimi anni sono tornati competitivi i Buoni fruttiferi di Poste Italiane. Come i libretti, i buoni fruttiferi sono tra le soluzioni di risparmio più sottoscritte dagli italiani soprattutto dopo i numerosi aumenti dei tassi di interesse degli ultimi mesi. Sono uno strumento di gestione del risparmio molto semplice da usare e soprattutto sicuro, ed inoltre possono essere cointestati tra più persone.
Ma cosa succede se uno degli intestatari muore?
Non tutti conoscono le conseguenze e il da farsi nel caso si verifichi tale circostanza spiacevole. Prima di vedere insieme come muoversi in questa situazione, vi consigliamo la visione del video Scultura Finanziaria sul nuovo Buono Premium presentato da Poste Italiane lo scorso luglio.
Buoni fruttiferi, cosa succede se muore uno dei co-intestatari: la risposta di Poste
Poste Italiane è da sempre attenta ai propri clienti. In questo periodo storico caratterizzato da una crisi economica molto forte ha lanciato nuove offerte per la gestione del risparmio dai tassi abbastanza appetibili. Tra questi i più ambiti sono certamente i nuovi Buoni fruttiferi postali. Sin dalla prima emissione datata 1924 sono sempre stati considerati sicuri e molto affidabili, per ovvie ragioni.
Se paragonati ai Btp, ad esempio, sono molto meno rischiosi, non presentano costi di gestione né commissioni di rimborso o collocamento. E cosa di non poco conto sono soggetti ad una tassazione agevolata del 12,50%. Per tali strumenti è ammessa la cointestazione per un numero di soggetti non superiore a quattro. Non sono ammesse cointestazione tra maggiorenni e minorenni o tra minorenni.
Ma cosa succede se muore uno dei co-intestatari?
Poste Italiane in merito è abbastanza chiara. Qualora si dovesse verificare la morte di uno dei cointestatari del buono, la sua parte viene distribuita tra gli eredi. Se vi è testamento si procede in base alle disposizioni se non vi è alcun atto ci si basa sulla divisione delle eredità prevista dalla legge e dunque tenendo in considerazione la differenza tra eredi legittimi ed eredi legittimari.
Buoni fruttiferi, cos’è la clausola pari facoltà di rimborso o pfr
Come abbiamo già detto i buoni fruttiferi possono essere rimborsati tramite richiesta del titolare. Se vi sono più intestatari è necessaria la presenza di tutti, salvo non ci sia la clausola pari facoltà di rimborso ossia la dicitura "pfr”.
La presenza di tale clausola da la possibilità agli intestatari di richiedere il rimborso anche singolarmente, semplicemente presentando il titolo.
Se vi è la presenza della dicitura "pari facoltà di rimborso", qualora venisse a mancare uno degli intestatari, ciascun cointestatario in vita è legittimato ad ottenere il rimborso dell'intera somma portata dal documento.
Dunque tale clausola permette a ciascun sottoscrittore co-intestatario del titolo di fruire del buono fruttifero come se fosse l’unico sottoscrittore come se fosse il proprio e perciò disponendone liberamente degli importi presenti su di esso.
Cosa succede se non c’è la clausola pfr?
In passato, la disciplina non era ben chiara e spesso si credeva dovesse essere applicata quella dei libretti postali.
Essa prevedeva e prevede ancora tutt’ora, per i libretti postali, in caso di morte di uno degli intestatari che il rimborso sia possibile soltanto mediante quiescenza di tutti gli eredi.
Ormai la quasi totalità dei buoni fruttiferi postali ha la clausola “pari facoltà di rimborso”. Per verificare se il buono sottoscritto ha tale dicitura va controllato il titolo per verificare se appare la sigla “pfr”.
Qualora non sia presente al decesso di uno dei co-intestatari, il superstite non potrà ottenere il rimborso delle somme senza il consenso degli eredi del defunto. In questo caso dovranno recarsi tutti insieme presso gli sportelli di Poste Italiane per la riscossione.