La giornata di oggi è stata positiva per le borse europee, mentre Wall Street ha registrato un lieve rialzo dopo un avvio negativo a causa del job report di settembre. A Piazza Affari, il Ftse Mib ha chiuso in crescita dell'1,2% a 27.810 punti, trainato principalmente dai titoli bancari come Banco Bpm (+3,5%), Bper (+3%), Mps (+2,9%) e Unicredit (+2,9%).
Tuttavia, sono stati segnalati alcuni cali, come quello di Tim (-5,9%), che risente dell'incertezza sul futuro della rete dopo il vertice tra governo e Vivendi, da cui sono state rilasciate poche informazioni. Anche Campari (-1,4%) e Prysmian (-1,2%) hanno registrato dei ribassi a seguito di prese di profitto dopo i recenti aumenti di valore.
Oggi l'attenzione era focalizzata sul rapporto americano sul mercato del lavoro, che ha mostrato la creazione di 336.000 nuovi posti di lavoro, più del doppio delle previsioni, una disoccupazione stabile al 3,8% e una leggera riduzione della crescita annua dei salari medi orari (al 4,2%).
Questi dati complessivamente positivi aumentano le probabilità di un ulteriore aumento dei tassi di interesse della Federal Reserve entro la fine dell'anno, anche se molto dipenderà dai numeri relativi ai prezzi al consumo e alla produzione della prossima settimana.
In Europa, Isabel Schnabel, una delle persone di spicco della Banca Centrale Europea, ha dichiarato che potrebbe esserci un ulteriore aumento dei tassi per contrastare l'inflazione.
Il rapporto sul lavoro ha alimentato una nuova ondata di vendite sui titoli obbligazionari, facendo temporaneamente salire il rendimento del Treasury decennale al 4,88%, per poi scendere al 4,76%.
Lo spread tra i titoli di Stato italiani e tedeschi ha superato i 205 punti base durante la giornata, per poi ridursi a 203 punti base, mentre il rendimento del Btp decennale si è attestato al 4,91%.
Nel corso della giornata si è conclusa la collocamento del Btp Valore, che ha raccolto oltre 17 miliardi di euro, confermando un tasso cedolare del 4,1% per i primi tre anni e del 4,5% per gli ultimi due anni.
Per quanto riguarda le materie prime, il prezzo del petrolio Brent si è mantenuto intorno agli 84 dollari al barile, mentre sul mercato valutario l'euro/dollaro è risalito a 1,059 dopo un'iniziale flessione legata ai dati americani.
(NEWS Traderlink)